Coppa di Africa dal 13 gennaio
header photo

ingrandisci il testo rimpicciolisci il testo testo normale feed RSS Feed

L’UTOPIA NON È ASTRATTA E NEMMENO IMPOSSIBILE

di Francesco Angellotti (AG.RF 15.02.2015) ore 22:13

(riverflash) – In un ambiente allegro e festaiolo, brillante di luci e colori, passeggiando per il centro di Terni, mi accorgo che nel Cenacolo San Marco un giovin e simpatico ragazzo si dava da fare nell’enunciazione di testi letterari, che hanno fatto la storia della Cultura. Mi avvicino, ascolto l’invito a presentare al pubblico testi ritenuti importanti.

   Timidamente, mi faccio avanti e con un fil di voce dico: posso recitarvi qualche poesia che ho composto?

   Col sorriso l’intrattenitore si è fatto di lato dicendo: vieni, facci ascoltare.

 hesse poesie  Ho cercato tutta la freddezza che ho trovato dentro di me, ho immaginato l’espressione giusta per esprimere i componimenti in quel contesto, ho iniziato a recitare in versi. Una poesia era di un Grande, un breve testo di Hermann Hesse che è un autore che amo particolarmente. L’ho scoperto prima come romanziere, il Lupo della Steppa è il suo primo libro che lessi e mi piacque talmente tanto, che ho continuato a leggere molto dell’Autore, che trovo veramente bravissimo, espressione dinamica della sua travagliata esistenza.

   Mi son, però, più che altro, impegnato a far ascoltare con la giusta inflessione tre poesie che avevo composto; tra le prime, in ordine di tempo, di quelle che ho pubblicato via mail su Poeti & Poesie (per chi volesse, www.poetiepoesie.com, cercare il link, alla lettera f digitare sul mio nome, andare sull’account e si potranno leggere).

   Dire degli applausi ha un significato relativo; può darsi che il significato dei testi sia filtrato nell’animo e nel cuore dei presenti (spero qualcuno in particolare), ma forse gli applausi sono venuti per l’ammirazione che ho suscitato, avendo il coraggio di presentare testi così senza senso. Non posso sapere, e non m’importa.

   L’importanza dell’evento è un’altra.

   Nel periodo di festa in occasione del ricordo del Protettore del Paese, da qualche anno il Comitato Stravalentino organizza serate di poesia, ove vengono recitati testi importanti ed anonimi, frutto di autori che han sentito di esprimere il proprio bagaglio personale, per esporlo a chi vò stà a sentì, come me. Il costo di tutta la manifestazione è 0 (zero); la scenografia è arricchita da immagini significative ed attuali; infatti venerdì si potevano ammirare grandi fotografie che avevano come tema lo sconvolgimento subito a Parigi per gli attentati assassini. La bellezza e la posizione assunta poteva risultare discutibile, il tema posto in primo piano importante.

   Il pubblico non pagava, gli interpreti si offrivano, i nuovi autori esponevano le loro composizioni, salutavano ed andavano via. Il giro economico non esisteva, tutto veniva effettuato per il suo Valore, e non per trarne interesse. Arte per Arte, Poesia per la Poesia, Ricerca, Espressione, Comunicativa, Contatto, tutto per il proprio valore intrinseco, non per cavarne fuori un Utile.

   Pare bello, ma quando si afferma che questa è la maniera Giusta per cercare l’Espressione e riconoscere un Valore, viene risposto: sì, sarebbe Bello, ma è solo Utopia!

   Certo che è Utopia; fino a quando il Sistema si esprimerà entro i canoni avvilenti e speculativi attuali. Ma dovremmo aver capito che se continuiamo a procedere con queste distorsioni, non avremo ancora tanto da contarcela, ed il Sistema impostato nell’Evoluzione è autolesionista e perdente.

   Se capiremo che le Strutture Dominanti bisognerà superarle, per arrivare ad una Situazione più rispondente alla Natura Umana, allora quel che si vuol far considerare come Utopia sarà la Cosa più normale della Forma d’Esistere. Il problema è quello che, all’inizio dello sviluppo del genere umano, hanno imposto il loro dominio le Forze Violente, Aggressive e Subdole, che hanno oscurato le Fonti che procedevano nella Purezza, avendo come meta la Costruttività.

   Dato che la Violenza si è imposta con la sua forza, ha reso dominante la deviazione dell’Equilibrio verso fini degeneri e personali. Dovremmo aver capito che la strada che ci permetterà un futuro, ormai non più durevole come sarebbe potuto essere, potrà essere percorsa solo se ci daremo una “ravveduta” rispetto quelle che sono i nostri attuali metri di Valori. Siamo coscienti, infatti, che non tutta l’Umanità procedeva nella via dell’Autodistruzione, ma le Forze che hanno vinto sono quelle che hanno prevaricato con l’Autorità, la Violenza, le Mistificazioni.

utopia1   Riprendiamoci la nostra Umanità, sarà facile vivere nell’Utopia (con il permesso di Tommaso Campanella).

Nessun Commento »

Puoi lasciare una risposta, oppure fare un trackback dal tuo sito.


Vuoi essere il primo a lasciare un commento per questo articolo? Utilizza il modulo sotto..

Lascia un commento


Heads up! You are attempting to upload an invalid image. If saved, this image will not display with your comment.

*