Coppa di Africa dal 13 gennaio
header photo

ingrandisci il testo rimpicciolisci il testo testo normale feed RSS Feed

LUCIANO MOGGI: QUALCHE ANNO FA RUDI GARCIA DOVEVA VENIRE ALLA JUVENTUS

Juventus - Fiorentina - TIM Coppa Italia Ottavi di finale 2005 2006di Francesco Guerrieri (AG.RF 01.07.2014) ore 22:21

(riverflash) – Un Luciano Moggi a tutto tondo quello che è intervenuto in esclusiva ai microfoni di GiovanINrete. L’ex dg della Juventus ha criticato Prandelli per alcune scelte relative alla spedizione in Brasile, smentendo le voci che vogliono Conte ct part-time. Ci ha svelato che in passato Rudi Garcia è stato vicino alla Juventus ed ha annunciato un colpo importante dei bianconeri: Morata del Real Madrid.

Si aspettava le dimissioni di Abete e Prandelli?

In Italia è difficile veder dare le dimissioni, ma era altrettanto difficile ipotizzare che potessero continuare in Nazionale con i risultati ottenuti. Il calcio italiano ha subito una flessione notevole negli ultimi otto anni: eliminato al primo turno sia nel 2010 che nel 2014. Le dichiarazioni stesse dei giocatori, stanno a testimoniare che mancava una guida a questo gruppo; se l’umore di quelli che stavano dentro è quello che è rispecchiato all’esterno, io penso che il risultato migliore poteva essere solo quello.

Quali sono stati, secondo lei, gli errori di Prandelli?

Sicuramente alcune scelte dei giocatori. Chiaramente gli errori possono commetterli tutti, però, fare delle convocazioni come sono state fatte, litigare all’inizio con Giuseppe Rossi, sentire un giocatore come Chiellini dire che in questa squadra ci sono solo due fuoriclasse (Pirlo e Buffon), il resto dei giocatori si deve adeguare, leggere dichiarazioni di De Rossi che dice che con le figurine in campo non si può vincere, sta a significare che quello che è mancato sia un coordinatore che sostanzialmente fa delle scelte, e quelli che non sono d’accordo li manda a casa. Questo non è successo. Tutte queste lamentele dei giocatori, denotano un ambiente non ideale per portare avanti un Mondiale; e qui, purtroppo, la responsabilità è solo del ct, che non ha intravisto che queste convocazioni portavano attriti tra giocatori. Poi come si fa a prendere come capo espiatorio Balotelli? La colpa è di ce l’ha portato. I giocatori hanno dato tutto quello che potevano dare.

Lei ha parlato di coordinatore…. Nel 2006 Lippi è stato tale riuscendo a vincere il Mondiale. Quest’anno, per questo ruolo, lei avrebbe affiancato un’altra figura accanto al ct?

Lippi era stato nella Juventus, sapeva come si gestiva un gruppo e si è comportato di conseguenza. Prandelli ha fatto tutto e il contrario di tutto. Praticamente la spedizione della Nazionale italiana è stata una scampagnata in Brasile: mogli, figli sponsor…. tutti amorevolmente insieme; quando ci sono queste cose, i risultati difficilmente arrivano. Nel 2006 ricordo che Lippi mandò li sponsor in un albergo, le mogli e i figli in un altro albergo e noi in un altro ancora. Non è stato questo l’elemento fondamentale che ha portato a vincere il Mondiale (evidentemente le convocazioni erano state fatte in maniera più accurata), però in qualche modo ha evitato confusioni che, se ci sono, portano risultati negativi. Il “club” Italia, deve essere tenuto da un Presidente che capisca di calcio e sappia gestire giocatori e budget economici. Io ho fatto il nome di Andrea Agnelli, il quale sta dimostrando come si vuole e come si deve comandare, cosa che non avviene nella Nazionale. Il Segretario Valentini è una brava persona, ma è un giornalista che non ha mai fatto calcio, ne ha letto solo sui giornali; di fronte a queste cose non si può pretendere di avere dei grandi risultati, bisogna accettare quelli che ci sono. Il calcio italiano è da otto anni in un degrado pazzesco: sia per questo motivo già detto, sia perchè non hanno saputo frenare l’arrivo di stranieri che regolarmente, alla fine dell’anno, vengono rimandati al mittente. Questo va a scapito dei settori giovanili e dei vivai che non vengono valorizzati.

Lei ha fatto il nome di Andrea Agnelli come possibile Presidente della Figc. Cosa pensa di Albertini?

Albertini penso sia una persona seria, però in Federazione ci sono stati tutti quelli che sostanzialmente si scambiano le poltrone regolarmente senza dare risultati. Io credo che ci sia una bella rottamazione da fare: togliere tutti quanti e cominciare ex novo. Come succede sempre in Italia, diciamo sempre “adesso si fa”, ma poi non si combina niente. Quelli che sono in Federazione ci sono da tempo, ma nessuno di loro si è premurato di dare un consiglio all’allenatore riguardo alle convocazioni o alle turbative interne del gruppo. Albertini stava lì, era uno che poteva aiutare Prandelli. Se non l’ha fatto, evidentemente ha sbagliato a scegliere Prandelli. Il calcio in Italia ha toccato il fondo e per farlo ritornare al nascere bisogna che ci sia qualcuno che ricominci da capo e capisca seriamente di calcio. Io ho fatto, non a caso, il nome di Andrea Agnelli perchè i suoi risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Chi potrebbe essere, invece il nuovo ct?

Il nuovo ct deve essere un bravo selezionatore, che sappia leggere anche la situazione in campo, ma non deve essere un allenatore nel vero senso della parola, perchè gli allenatori sono quelli delle squadre di club. Chi allena la Nazionale prende giocatori già allenati che proseguono su quella falsa riga. Per cui, il problema dell’allenatore è secondario rispetto al concepimento di un’azienda che sappia selezionare giocatori e ct e che sappia dare agli italiani ciò che pretendono: un calcio migliore che non faccia figuracce che ha fatto in questi ultimi due Mondiali. Questi sono i risultati che ha ottenuto Abete, per questo non mi meraviglia il fatto che abbia dato le dimissioni; la stessa cosa si può dire di Prandelli (anche se non ha le stesse responsabilità).

La Gazzetta dello Sport ha riportato un articolo in cui faceva presente che nell’ultima Nazionale sono quattro giocatori provenivano dall’Under 21: Perin, Verratti, Immobile e Balotelli. Come si deve lavorare con i settori giovanili affinchè si possa ritornare al calcio di una volta?

Bisogna sicuramente lavorarci tanto. Se si va a vedere nelle Primavere italiane, troviamo sicuramente almeno 5/6 stranieri; se si comincia a far giocare solo italiani nelle squadre minori, allora si iniziano a valorizzare realmente i nostri vivai. Il fatto di prendere giocatori stranieri anche per i settori giovanili, è una cosa poco furba e viene fatta in gran quantità da tutti quanti.

Cosa pensa delle voci circolate ultimamente su Antonio Conte come possibile ct part-time della Nazionale?

Assolutamente no. Conte sarebbe adeguatissimo, ma non è intenzione dell’allenatore assumere il ruolo di ct part-time, né della Juventus di cederlo “a metà”. Le cose o si fanno bene o non si fanno, quindi il part-time lascia il tempo che trova. Significa una persona che lavora un po’ per questo, un po’ per quello senza fare al meglio nessuna delle due cose.

Qual è il suo pensiero riguardo il codice etico?

Il codice etico non è mai esistito. O meglio, esisteva soltanto per alcuni.

Nella sua Juventus i problemi rimanevano all’interno dello spogliatoio. Nella Nazionale invece si sono messi uno contro l’altro pubblicamente. Perchè è successo questo secondo lei? Come si sarebbe potuta evitare questa polemica?

E’ successa perchè non si ha rispetto per i dirigenti, i quali non hanno il carisma giusto verso la squadra e i giocatori. Poi c’è un effetto delle convocazioni sbagliate rispetto ai ruoli. Io sono dalla parte dei giocatori: non hanno colpe, hanno dato tutto; la colpa è di chi li ha portati. Balotelli, ad esempio, cosa ha fatto per avere tutte le colpe sulle proprie spalle? Assolutamente niente. Lui era andato con tutta la voglia di far bene ma non c’è riuscito. D’altra parte non è un campione, ma un giovane di buone speranze che ha dato quello che poteva dare, forse poco, ma era tutto quello che aveva.

Per il prossimo quinquennio si è ricandidato Blatter, che, tra l’altro, ha aperto alla moviola in campo. Cosa pensa a riguardo?

Ognuno, per interessi propri, fa determinate cose e Blatter è uno di questi. Come succede in Federazione, si spartiscono le poltrone. Anche qui, bisognerebbe togliere Blatter e, magari, mettere Platini; bisognerebbe togliere tutti quelli che ci sono ora e metterne altri nuovi. Se non si fa così, si ottengono i risultati che si stanno ottenendo adesso, dove l’Italia è sempre ultima.

Lei ha dichiarato che Iturbe non è il giocatore ideale per il Napoli. Come mai? Pensa sia sopravvalutato?

Io penso che una squadra che deve competere per qualcosa di importante (Campionato, Champions League) probabilmente può fare a meno di Iturbe, che è comunque un giocatore velocissimo, che sa tenere la palla attaccata al piede; ma per esprimersi al meglio ha bisogno di 30m davanti a sé ed  in Italia non ti permettono certe cose. Probabilmente è un giocatore da Liga o da Premier League, campionati dove potrebbe trovare lo spazio necessario per esprimersi. Poi è chiaro che se fossi una squadra che lotta per l’Europa League lo prenderei subito. Iturbe sarebbe l’ideale per una squadra che si difende e riparte in contropiede.

Cosa manca alla Juventus per competere con le squadre più forti d’Europa?

Gli manca la qualità e la classe dei giocatori che hanno squadre come Real Madrid, Bayern Monaco… In Italia la Juventus è senza dubbio la più forte, ma, come già detto, il campionato italiano non esprime grandi valori; per cui la Juventus riesce a vincere in Italia, però non è ancora forte per competere con chi in Europa sa dare di più ed ha altri giocatori di qualità.

Come vede Immobile nel Campionato tedesco?

Ha fatto tanti gol in Serie A, trascinando la squadra a metà classifica. E’ un dato di merito il fatto che abbia superato Tevez nella classifica marcatori, perchè credo sia più facile segnare nella Juventus che nel Torino.

Su twitter c’è una foto sua e di Immobile sull’aereo per Dortmund. Si dice che lei sia stato il regista occulto dell’operazione. Quanto c’è di vero?

Non è vero niente. L’operazione l’hanno fatta altri, io sono andato a Dortmund perchè, visto l’amicizia che mi lega con il Presidente del Borussia, mi aspettava una maglia con il numero 10 con scritto “Luciano Moggi” gentilmente donata dal Presidente Watzke.

Qual è secondo lei, nella rosa della Juventus, il reparto da rinforzare maggiormente?

Sicuramente è da chiederlo ai dirigenti bianconeri. Per rinforzare una squadra di calcio, bisogna sapere chi si ha già in rosa: innanzitutto bisogna capire se possono continuare con la stessa carica agonistica del passato. Ci vuole la forza ed il coraggio di cambiare: quando io ho venduto Zidane, ho preso Nedved, Cannavaro, Thuram, Buffon…. Per far diventare una squadra competitiva, bisogna avere il coraggio di cambiare i giocatori buoni con dei giocatori migliori.

Oggi però, viste alcune valutazioni spropositate, non è più difficile fare queste operazioni?

Le valutazioni sono date da chi va a vedere le partite. Dopo la vittoria con l’Inghilterra (che era un gol che qualsiasi portiere che stava fermo sul palo avrebbe parato), qualche opinionista ha detto che Balotelli sarebbe stato la stella del Mondiale. L’errore è nel dare questa sensazione di attesa, che poi non viene recepita dal soggetto per mancanza di mezzi e, soprattutto, è un’attesa infondata, visto che aveva solo fatto un gol all’Inghilterra, che non erano altro che buoni giocatori messi in campo alla meno peggio da un allenatore come Roy Hodgson che non ha mai vinto niente.

Quali possono essere i punti in comune e le differenze tra la sua Juventus e quella attuale?

C’è una differenza: quella di un tempo poteva correre meno, ma faceva molto di più grazie alla qualità dei giocatori; erano tutte stelle delle rispettive Nazionali: Ibrahimovic, Zidane, Trezeguet, Cannavaro… Erano giocatori che sono con l’esperienza e la qualità potevano mettere al sicuro il risultato.
La Juventus di ora è apprezzabilissima sotto il profilo dei risultati, ma è una squadra che se non corre non fa risultato.

Sul sul profilo twitter ha dichiarato che un giocatore della Colombia ha già firmato per la Juventus. Può dirci di più?

La Juventus fa bene a soffermarsi su questa Nazionale, anche perchè in Italia i giocatori colombiani sanno dare il massimo e si adattano al meglio al nostro campionato. La Juventus fa bene a seguire questi giocatori, perchè possono fare la differenza in Serie A. Se avessero preso un colombiano, dimostrerebbero di saper operare bene nel mercato, senza far sapere niente pubblicamente.

Guarin è stato ad un passo dalla Juventus lo scorso gennaio.

Sarebbe stato sicuramente un buon giocatore. Poi è chiaro che nello scambio con Vucinic la Juventus aveva tutto da guadagnare: Guarin è più giovane e ha più qualità rispetto al montenegrino.

C’è, probabilmente, la necessità di rinforzare il centrocampo?

Non mi fate dire di più… Quello che posso dire è che diciamo che la Juventus sta attenta alle cose che dico io, anche se non è per questo che sta nelle prime posizioni in Italia.

Rimanendo a centrocampo, lei venderebbe uno tra Pogba e Vidal? Se sì, chi dei due?

Si parla molto di questi due giocatori, ma sono tutte chiacchiere. Il dirigente furbo, depista e opera in segreto. Credo restino entrambi alla Juventus.

In entrata, si parla molto di Sanchez e Morata. Potrebbe arrivare uno di questi due giocatori?

Sanchez il Barcellona non lo vende, anche se potrebbe essere una mossa per alzare il prezzo. Morata piace molto all’allenatore e sarà sicuramente nelle file della Juventus il prossimo anno.

Come vede Zdenek Zeman sulla nuova panchina del Cagliari?

Auguro a Zeman di fare un bel campionato. Nonostante tute le storie che si sono inventate, io non ho mai avuto particolari rancori nei confronti dell’allenatore boemo. D’altra parte Zeman ha vinto il campionato con il Pescara, dal quale sono venuti fuori Immobile, Verratti ed Insigne; per cui bisogna augurarsi che faccia bene, per poter portare il calcio in un ambiente migliore rispetto a tutte le chiacchiere e le critiche che vengono fatte.

Il motivo per cui i campioni se ne vogliono andare tutti all’estero, è dato dallo stress che crea il campionato italiano e la nostra Federazione. Nessuno vuole stare più in Italia e di contro arrivano giocatori che vengono scartati all’estero e i risultati sono quelli che tutti sappiamo.

Lei è stato uno dei pochi a credere fin da subito in Rudi Garcia quando arrivò a Roma tra scetticismo generale. L’aveva già visto in Francia? Quali sono le caratteristiche che l’hanno colpita di più?

Il 31 Luglio dell’anno scorso, stavo discutendo con un mio amico laziale in una trasmissione tv e ho detto che la Roma avrebbe fatto un bel campionato, conoscendo Garcia. Conoscevo già l’allenatore francese; l’avevo seguito perchè qualche anno fa doveva venire alla Juventus. Sapevo che non avrebbe fallito, perchè dà alla squadra sua una mentalità fuori dalla norma (e lo ha dimostrato a Lille quando ha vinto il campionato con dei ragazzini).
La Roma con Garcia ha cambiato mentalità: fino all’anno scorso non raddoppiavano mai la marcature, in questa stagione addirittura la triplicavano; la caratteristiche dell’allenatore francese è dare la forza e l’impulso di lottare ai suoi giocatori, cosa che prima la Roma non aveva.
Nella Roma c’era Baldini, che era a capo di una società dove i risultati non arrivavano. Andato via Baldini, Sabatini ha potuto prendere un vero allenatore e sono arrivati i risultati.
Quando Baldini andò al Tottenham, il Presidente voleva mandarlo via perchè gli aveva fatto spendere troppi soldi inutilmente. Questi sono i dirigenti che devono essere aboliti in Italia; sanno fare solo chiacchiere e sanno dare una visione diversa del calcio e degli altri dirigenti.

Già da quest’anno non si possono più acquistare giocatori in comproprietà. E’ d’accordo con questa nuova formula?

C’è da stabilire un punto importante. Le società hanno bisogno di valorizzare i vivai, ma se non gli viene data questa possibilità, allora si possono anche tagliare le comproprietà. Al momento attuale bisogna dare una seconda squadra alle società di Serie A per dare la possibilità di sviluppo al proprio settore giovanile. Le società di calcio, se non hanno la convenienza economica, non prendono i giocatori in prestito; quindi deve essere conveniente per la società che cede il giocatore al fine di valorizzarlo, e da parte di chi lo acquista per avere un ritorno da questa valorizzazione.

Ci saranno sempre più prestiti con diritto di riscatto?

Bisogna modificare l’assetto. Se si prende un giocatore con diritto di riscatto e poi non si riscatta, grava comunque sulla gestione della società. Questa formula, applicata a giocatori già affermati, può anche andar bene, ma al livello di giovani assolutamente no. Bisogna creare un presupposto perchè vengano utilizzati e, per fare questo, bisogna dare la convenienza a chi li utilizza.

Qualche settimana fa, abbiamo intervistato Nello De Nicola che lei conosce molto bene. E’ diventato da poco responsabile del settore giovanile del Latina. Pensa si possa creare un progetto a lungo termine visti anche gli ottimi risultati di questa stagione passata?

Il fatto che ha sfiorato la Serie A è più un pericolo che una fortuna. Di solito chi fa queste grandi annate poi cala, anche se mi auguro che per il Latina non sia così. Comunque sia è difficile che possa riuscire a fare un campionato sui livelli di quello passato.

Fonte: http://giovaninrete.wordpress.com/

Nessun Commento »

Puoi lasciare una risposta, oppure fare un trackback dal tuo sito.


Vuoi essere il primo a lasciare un commento per questo articolo? Utilizza il modulo sotto..

Lascia un commento


Heads up! You are attempting to upload an invalid image. If saved, this image will not display with your comment.

*