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L’INVERNO PIU’ CALDO DI SEMPRE LASCIA SENZA NEVE LE REGIONI DEL CENTRO ITALIA

AG.RF.(redazione).04.01.2023

“riverflash” – Il cambiamento climatico e l’inverno più caldo di sempre, hanno provocato un’assenza di nevicate nelle rgioni del centro-Italia, in particolare in Emilia – Romagna, Toscana e Abruzzo: per questo motivo, le Regioni chiedono un incontro urgente con il ministro del Turismo Santanchè che si è subito attivata, promettendo al più presto, un tavolo congiunto. Queste Regioni stanno facendo i conti con una stagione invernale anomala, che sta facendo registrare temperature più alte della media del periodo, anche perché lo zero termico non si raggiunge nemmeno la notte. Serve dunque un piano straordinario per l’Appennino senza neve: basta pensare che in Emilia Romagna ad esempio, tutte le piste sono rimaste chiuse: presso il famoso comprensorio del Cimone, nell’Appennino modenese attualmente, soltanto la pista del campo scuola dei bambini è aperta. La conseguenza per albergatori, gestori di impianti e maestri di sci è che sono costretti a far fronte alle disdette da parte dei turisti. Generalmente in questi casi, si rimedia con i cannoni spara neve, prendendo la neve da sopra e trasportandola con un carro, ma le temperature sono ugualmente troppo alte per compiere questa operazione. Sulla questione sono intervenuti il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e l’assessore al Turismo Andrea Corsini: “Le Regioni non possono essere lasciate da sole. Occorre un piano straordinario”. “I nostri operatori dell’Appennino bianco dopo le stagioni cancellate dal Covid, oggi sono alle prese con un altro momento nero che sta cancellando gran parte degli incassi dell’inverno con effetti che rischiano di essere irreversibili”. Ecco perché c’è stata la richiesta di un incontro con la Santachè, che ha così risposto: “Al più presto un tavolo di lavoro congiunto per definire un piano straordinario per l’Appennino: il mio Gabinetto è già al lavoro sul tema”.  L’augurio è che si possa al più presto risolvere la situazione, poiché dopo 2 anni di covid gli operatori turistici/economici sono molto preoccupati.

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