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L’IMU SUGLI IMPIANTI DI RISALITA FA SCAPPARE DALL’ITALIA IL TURISMO INVERNALE

risalita alta badiaAG.RF 27.03.2015 (ore 09:56)

(riverflash) – Tassare gli impianti di risalita che portano alle piste di sci non significa solo togliere soldi ai ricchi che ancora possono permettersi vacanze sulla neve, ma rischia di far fuggire nelle vicine Svizzera, Francia e Austria il turismo invernale. Un turismo di gente benestante, ma che da lavoro a un grande indotto di cittadini non benestanti, come quelli che lavorano in bar, pasticcerie, alberghi. Senza contare i maestri di sci e i gestori dei punti di ristoro, che vedrebbero abbassarsi il numero dei clienti.

Chi sogna la giustizia sociale stile comunista, non ha presente che in Italia c’è lo stipendio per tutti stile Unione Sovietica. Se si colpisce il benestante con le tasse, si colpisce molto più duramente il povero che ha un datore di lavoro diverso dallo Stato, cioè un imprenditore benestante.

Giovedì 26 marzo Federturismo e ANEF (Associazione Nazionale Esercenti Funiviari) hanno chiesto al Governo Renzi di intervenire per togliere l’IMU dagli impianti di risalita.

Questo il comunicato congiunto:

Siamo seriamente preoccupati, dichiarano il Presidente  di Federturismo Confindustria Renzo Iorio e la Presidente di Anef Valeria Ghezzi, per quelle che potrebbero essere le conseguenze della recente sentenza della Corte di Cassazione che ha condannato la Sofma, società di gestione degli impianti di risalita di Arabba  Marmolada, a corrispondere il pagamento arretrato dell’Imu sugli impianti di risalita.

Nonostante l’attenzione dimostrata in questi giorni dai rappresentanti delle istituzioni è necessario intervenire per modificare una stortura legislativa che rischia di pregiudicare il futuro della montagna  e l’economia dei suoi  territori. Siamo assolutamente  disponibili a pagare l’Imu sulle attività commerciali ma non sugli impianti di risalita che tra l’altro alla fine della loro vita tecnica siamo tenuti a smantellare e che spesso sorgono su terreni  non di nostra proprietà. Auspichiamo quindi, concludono i Presidenti, che il Governo si adoperi per individuare al più presto una soluzione per tutelare un comparto importante come la montagna che dà lavoro a migliaia di persone e per evitare che il settore, vessato da ulteriori imposte e costi,  rischi il collasso.

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