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LILIANA SEGRE, SOPRAVVISSUTA ALL’OLOCAUSTO, NOMINATA DA SERGIO MATTARELLA SENATRICE A VITA

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AG.RF. (redazione).20.01.2018

“riverflash” – Liliana Segre, milanese, nata nel 1930, a 8 anni rimase vittima delle leggi razziali volute dal fascismo e fu costretta ad abbandonare la scuola, e dovette subire la terribile persecuzione la portò fino al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau e miracolosamente riuscì a sopravvivere. E così, per altissimi meriti in campo sociale, il presidente Sergio Mattarella ha deciso di nominarla senatrice a vita, ai sensi dell’articolo 59, secondo comma, della Costituzione. La notizia per la coraggiosa donna, è arrivata all’improvviso: “Il presidente mi ha chiamato stamattina comunicandomi la decisione di nominarmi senatrice a vita. Lo ringrazio per questo altissimo riconoscimento. La notizia mi ha colto completamente di sorpresa. Non ho mai fatto politica attiva e sono una persona comune, una nonna con una vita ancora piena di interessi e di impegni”, ha commentato Liliana Segre “certamente, il presidente ha voluto onorare, attraverso la mia persona, la memoria di tanti altri in questo anno 2018 in cui ricorre l’80esimo anniversario delle leggi razziali. Sento dunque su di me l’enorme compito, la grave responsabilità di tentare almeno, pur con tutti i miei limiti, di portare nel Senato della Repubblica delle voci ormai lontane che rischiano di perdersi nell’oblio. Le voci di quelle migliaia di italiani, appartenenti alla piccola minoranza ebraica, che nel 1938 subirono l’umiliazione di essere degradati dalla Patria che amavano, che furono espulsi dalle scuole, dalle professioni, dalla società dei cittadini ‘di serie A’”. La donna ha poi ribadito che la sua nomina servirà soprattutto a non “dimenticare” le voci di quelli meno fortunati che non sono più tornati a casa, che sono stati uccisi per la sola colpa di essere nati  non hanno tomba. Coltivare la memoria è per la Segre, fondamentale per non dimenticare e tramandare la memoria. “Continuerò finché avrò forza a raccontare ai giovani l’orrore della Shoah, la follia del razzismo, la barbarie della discriminazione e della predicazione dell’odio. L’ho sempre fatto, non dimenticando e non perdonando, ma senza odio e spirito di vendetta. Sono una donna di pace e una donna libera: e la prima libertà è quella dall’odio”, ha aggiunto.

Liliana Segre, ebrea milanese, è una sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti. Il 30 gennaio 1944 venne deportata dal Binario 21 della stazione di Milano Centrale al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, che raggiunse sette giorni dopo. Alla selezione Liliana Segre riceve il numero di matricola 75190 tatuato sull’avambraccio. Fu impiegata nel lavoro forzato nella fabbrica di munizioni Union. La Segre venne liberata il primo maggio 1945 al campo di Malchow, un sottocampo del campo di concentramento di Ravensbrück. Dei 776 bambini italiani di età inferiore ai 14 anni che furono deportati al Campo di concentramento di Auschwitz, Liliana è tra i soli 25 sopravvissuti. Della sua esperienza, per molto tempo, Liliana non ha mai voluto parlare pubblicamente. Ha deciso di interrompere questo silenzio nei primi anni ’90 e da allora si è resa disponibile a partecipare a decine e decine di assemblee scolastiche e convegni di ogni tipo per raccontare ai giovani la propria storia anche a nome dei milioni di altri che l’hanno con lei condivisa e che non sono mai stati in grado di comunicarla.

Commossa la comunità ebraica, oltremodo vicina e solidale con l’idea e l’obiettivo di questa donna coraggiosa.

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