LETAME CONTRO IL GOVERNO HOLLANDE, GLI AGRICOLTORI FRANCESI IN RIVOLTA

AG.RF 07.03.2016 (ore 17:18)

(riverflash) – In Francia gli agricoltori protestano per i prezzi troppo bassi di carne e latte. Nella Francia occidentale, soprattutto in Normandia e in Lorena, i trattori hanno bloccato le strade in occasione della visita del Presidente Hollande a Moselle, dipartimento della Lorraine.

Gli agricoltori francesi contestano il piano del governo teso a sminuire la produzione e la distribuzione locale. A ciò va aggiunta una tassazione molto elevata

La FDSEA, Federazione dipartimentale di agricoltori dell’Ile-de-France ha organizzato varie manifestazioni in tutto il territorio per promuovere il cibo prodotto in Francia.

La Federazione è uno dei principali sindacati del settore agricolo di Ile-de-France. Riunisce gli agricoltori di Essonne, Yvelines, Val d’Oise e Petite Couronne (Hauts-de-Seine, Seine Saint-Denis e Val de Marne). La loro attività di lobbying è tesa all’unione degli operatori del settore per difendere la produzione locale, il lavoro, la legge rurale lottando, nel contempo, contro una tassazione altissima.

A Mont Saint-Michel, almeno fino a giovedí, blocco della circolazione in uno dei luoghi più visitati dai turisti.. Vicino al monastero è stato versato letame e sono stati parcheggiati automezzi sul tragitto. Inutili i tentativi di dialogo: “Vogliamo un ministro sul campo”, la richiesta dei dimostranti.

Un carico abbondante di letame è stato scaricato a Parigi davanti al palazzo dell’Assemblea Nazionale, intonando cori per mandare a casa Hollande e tutta la classe politica francese.

Le contestazioni più forti sono avvenute sotto le sedi delle prefetture di Metz, Thionville, Sarreguemines e Sarrebourg. Circa 200 trattori si sono riversati sulle strade lasciando diversi depositi letame.

La FDSEA non è nuova a questo tipo di protesta. Il 22 settembre scorso, a Morlaix, in Bretagna, gli agricoltori hanno dato fuoco alla sede dell’agenzia delle Entrate con pallet, pneumatici e verdure invendute, per il fatto di non poter più esportare i loro prodotti in Russia.