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LEGGE DI STABILITA’, PRESENTATI OLTRE 3MILA EMENDAMENTI: PROVE D’INTESA TRA PD – PDL: NO IRPEF PER REDDITI SOTTO I 12MILA EURO

dl-stabilità[1]AG.RF.(MP).12.11.2013

 

“riverflash” – Inizia in modo concitato il confronto sulla legge di stabilità, ancora prima che gli oltre 3mila emendamenti, vengano discussi, questa mattina, in commissione Bilancio del Senato. Dunque il Pdl concentrerà l’attenzione sulla casa, mentre l’azione del Pd, sarà concentrata maggiormente sull’alleggerimento delle tasse sul lavoro. Dal Pd e Pdl insieme arriva però un’inaspettata proposta bipartisan: alzare la “no tax area”, subito bocciata da Fassina perché troppo costosa. Quale sarà allora la Legge di Stabilità che verrà a delinearsi? Innanzitutto serve ancora che si sciolgano dei nodi, quali ad esempio, quello degli sconti fiscali sul costo del lavoro. Il Pd punta a concentrare le risorse del cuneo sui redditi medi e bassi, in modo da aumentare le detrazioni pro-capite, che supererebbero i 200 euro per i redditi tra i 15.000 e i 20.000 euro. Il Pdl vuole premiare anche le fasce più alte ma l’emendamento, firmato da Cinzia Bonfrisco prende i 2 miliardi necessari tagliando le detrazioni, cosa che non piace al Pd perché punisce i nuclei familiari. Per quanto riguarda il reperimento delle risorse, i Democratici chiedono di ampliare la platea dei prodotti sottoposti alla Tobin tax, oppure di vincolare al taglio del cuneo nei prossimi anni i fondi che arriveranno dall’accordo con la Svizzera per i capitali esportati e dalla lotta all’evasione. E in questo contesto si inserisce l’idea di Antonio D’Alì (Pdl),  di cedere ai balneatori le parti retrostanti alle spiagge dove sorgono gli stabilimenti, cosa che ha suscitato lo scandalo nel Pd perché considerato un provvedimento che non è nell’interesse del Paese, né in linea con il governo”. Il Pdl poi, insiste sulla casa e “mischia le carte” su Imu, Trise e Tasi: l’emendamento dà vita Ad una tassa che ingloba Imu, l’Irpef sulla casa e le addizionali: si dovrebbe chiamare Tuc, che in pratica anticipa quello che introdurrebbe la delega fiscale, che però è ancora all’esame del Parlamento e richiederebbe un riassetto complessivo del fisco.  Ora si tratta di aspettare le decisioni che scaturiranno dal confronto: tuttavia, alcune proposte sono uguali o simili:  a cominciare dal il Fondo di garanzia per il credito alle imprese, con il coinvolgimento di Cassa depositi e prestiti, su cui ci sono diversi emendamenti bipartisan.

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