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LE DIFFERENZE TRA MANCHESTER UTD E ROMA, LA CIALTRONERIA DI PALLOTTA E IL RISPETTO PER I SENSI

AS Roma v AC Chievo Verona  - Serie A

(riverflash) – Prima del 2000 non c’erano i social network, il popolo della rete navigava prevalentemente su computer fissi, non era possibile farlo dai telefonini, che allora erano semplici cellulari. Niente Facebook, niente Twitter e niente Google+.

Senza social network il Manchester United ha vinto 12 volte il massimo campionato di calcio inglese, 10 volte la FA Cup, 2 volte la Champions League. A dimostrazione che è possibile vincere tanto senza il supporto della rete. Sempre considerando il periodo antecedente al 2000 la AS Roma, ha vinto 2 volte lo scudetto, 1 volta la Coppa delle Fiere, 7 volte la Coppa Italia.

La differenza di palmarés tra Manchester United e Roma è evidente a tutti, così come è dimostrato che a fare la differenza non siano stati i social network e nemmeno la rete.

Chiaro a tutti, tranne che a James Pallotta, attuale presidente del club giallorosso, che ieri ha dichiarato di voler colmare la differenza tra AS Roma e Manchester United grazie alle pagine sui social network. Il presidente da Boston fa sfoggio di cattivo gusto criticando i suoi predecessori, la famiglia di Franco Sensi, che hanno vinto scudetto, due SuperCoppe Italiane e le Coppe Italia battendo l’Inter in finale.

Pallotta non ha vinto nulla e da quando è arrivato lui nessuna vittoria nel derby e costantemente fuori dall’Europa. Cose crediamo che a lui importano poco. James da Boston è venuto nella capitale per guadagnare soldi con il calcio. Si, si, avete letto bene: esiste qualcuno che crede possibile guadagnare con lo sport mentre il Brasile urla la propria miseria, aggravata dalle spese folli per Confederation, Mondiale di calcio e Olimpiadi. La Virtus Roma di basket ha rifiutato l’Eurolega, cioè la Champions, perché la spesa è eccessiva. Eppure Pallotta è convinto di guadagnare all’ombra del Colosseo, si coccola il logo del nuovo brand e non sa come fare a salvare il progetto stadio a Tor di Valle dopo la defaillance di Alemanno. Dove c’era l’ippodromo del trotto un nuovo quartiere, con colate di cemento per consolidare la inaffidabile sabbia di riporto dell’ansa del Tevere. Una sorta di Venezia capitolina d’ispirazione disneyana, con motoscafi per muoversi come si fa in Florida a Miami, con abbondante uso di prodotti contro le zanzare, abbondanti da quelle parti. Il brand, quello il segreto di James. Un porticciolo per motoscafi davanti allo stadio, un punto vendita della Mercedes, un altro della Nike e la presenza di Disney. Con tanto traffico a ingolfare la via del Mare, già ingolfata di suo nei fine settimana primaverili.

Invece di chiudere l’avventura romana, James Pallotta sogna i soldi e critica chi ha vinto con la Roma, cosa che a lui non è riuscita.

Pallotta sogna così tanto i soldi che riesce a vederli anche dove non ci sono. Entro il 14 marzo si aspettava 50 milioni di euro dal presunto sceicco Al Qaddumi per farlo entrare socio nella As Roma SVP LLC.  Allora il gruppo americano azionista giallorosso di maggioranza affermò di avere effettuato due diligence dalle quali emergono disponibilità finanziarie idonee a sostenere l’operazione. Proprio mentre la Roma attendeva liquidità (50 milioni) , un istituto bancario del nord Italia ha rifiutato ad Al Qaddumi un’apertura di credito di 1000 euro. Motivo? Nel database di Bankitalia risulta un debito mai saldato di 4000 euro.

Un altro uomo sarebbe scappato via per la vergogna, ma James Pallotta non lo ha fatto. Lui resta, ha in brand da coccolarsi e le pagine sui social network per far diventare la AS Roma come il Manchester United.

 

di Stefano Celestri  (AG.RF  25.06.2013)

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