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LAVORO: 1 GIOVANE SU 3 VUOLE EMIGRARE

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AG.RF.(redazione).28.01.2018

“riverflash” – I giovani che si sono dati alla ricerca attiva del lavoro nell’ultimo anno hanno presentato in media 14 “curriculum”, ma una percentuale del 34 per cento per rassegnazione e sfiducia non ha inviato alcuna domanda di assunzione o lavoro. Ciò è quanto emerge dalla prima analisi Coldiretti/Ixè su “I giovani italiani, la vita e il lavoro”, presentata al “Salone della creatività Made in Italy” in occasione della consegna a Roma dei premi per l’innovazione Oscar Green. Se il valore medio è elevato, non va pero’ sottovalutata – sottolinea la Coldiretti (www.coldiretti.it) – la presenza di una minoranza del 5 per cento di giovani che durante l’anno ha ricevuto oltre 50 porte sbattute in faccia, risposte mancanti o negative, di fronte alla richiesta di lavoro. L’invio dei curriculum resta il canale principale usato dai ragazzi per cercare lavoro, davanti al passaparola e agli annunci sui social, mentre le agenzie di lavoro interinale si trovano solo al quarto posto e nessuno indica ormai i concorsi, sempre più sovraffollati, come possibilità per trovare impiego. Preoccupa però il fatto che il 72 per cento dei giovani under 35 dichiari di conoscere qualcuno che ha trovato lavoro grazie alle raccomandazioni, che gli scandali e le difficoltà economiche non hanno fatto venir meno. Dinanzi a questa situazione non deve sorprendere che il 34 per cento si dica disposto a cambiare nazione per trovare un impiego e un 22 per cento sia convinto che il suo futuro sarà all’estero, anche se una ridotta minoranza (14 per cento) ha già avuto esperienze lavorative in un’altra nazione. Ma per inseguire il miraggio di un lavoro c’è anche chi è disposto a rinunciare ad affetti, ambizioni o tutele, magari cambiando città (46 per cento), accettando uno stipendio di 500 euro al mese (lo farebbe il 25 per cento), ma anche facendo un lavoro completamente diverso rispetto all’obiettivo (48 per cento) o addirittura rimettendosi a studiare (32 per cento). Evidenti le criticità nel rapporto tra scuola e mondo del lavoro tanto che solo il 22 per cento dei giovani ha un impiego totalmente coerente con gli studi, mentre il 33 per cento lo ha solo in parte, l’11 per cento poco e il 34 per cento per niente.  “In un Paese vecchio come l’Italia la prospettiva di abbandono evocata dai giovani italiani è una perdita di risorse insopportabile se si vuole tornare a crescere”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “l’emigrazione giovanile è una sconfitta per tutti, dal mondo scolastico a quello imprenditoriale, dalle famiglie a lelle Istituzioni”.

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