RSS Feed10 Apr 2014
L’ARTIGIANATO D’ARTE MAROCCHINO TRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE
di Margherita Dametti (AG.RF 10.04.2014) ore 10:12
(riverflash) – Il Marocco, come tanti altri paesi, possiede delle tradizioni artigianali straordinarie (il riciclo, i ricami, l’uso di passamanerie, le nappe e i nodi in tessuto fatti a mano, le lavorazioni a macramè…), alcune delle quali ancora sconosciute al “grande pubblico”. Alcuni problemi, tuttavia, impediscono a questo settore di sviluppare tutte le sue potenzialità: la mancanza di conoscenze in campo imprenditoriale, assenza di competenze per la ricerca di canali commerciali e promozione del prodotto e la spinta migratoria, banalizzazione dei prodotti.
L’artigianato è un settore potenzialmente portante anche per la regione dell’Orientale – nell’estremo est del Marocco al confine con l’Algeria – e per il suo sviluppo socio-economico. Mancando le industrie, in questa zona ha un forte potenziale il settore artigianale che si può avvalere di una certa disponibilità sia di materie prime che di manodopera capace. Secondo l’Agence de l’Oriental (ADO) di Nador – agenzia governativa nata nel 2006 per uno sviluppo sostenibile della regione – ci sarebbe però bisogno di “riorientare gli artigiani”, coinvolgere designer per migliorare i prodotti, supportare la creazione di cooperative e sostenere economicamente le iniziative imprenditoriali.
Secondo gli operatori dell’ADO, il problema in Marocco è che finora gli artigiani hanno seguito “lo spirito del produttore” e non l’evoluzione del consumatore. Inoltre le donne ricamano meno perché le ore di lavoro non vengono ricompensate economicamente, c’è la concorrenza del lavoro a macchina: si guadagna poco e si lavora tanto. I giovani non si avvicinano più al settore, pensano all’Europa e così diminuisce sempre più il numero degli artigiani.
Proprio allo scopo di rafforzare la produzione e la commercializzazione dei prodotti dell’artigianato d’arte l’ong italiana COOPI – Cooperazione Internazionale – e l’Agence de l’Oriental hanno promosso un’azione interessante nel settore dell’artigianato prestando particolare attenzione alla protezione dell’ambiente ed all’integrazione delle donne. Per un periodo di 2 anni circa 350 artigiani sono stati supportati nella fabbricazione di prodotti d’arte a partire da materiali naturali e riciclati per la vendita sul mercato locale ed l’inserimento in una più ampia realtà di commercio equo e solidale in loco.
Nell’ambito di questa iniziativa si sono create sinergie e collaborazioni tra Italia e Marocco allo scopo di rispondere all’esigenza, rilevata dall’ADO e dagli artigiani locali, di ripensare i prodotti seguendo la “moda” e l’evoluzione del mercato ma senza trascurare la tradizione per permettere agli stessi artigiani di guadagnare di più e quindi di non emigrare, restando ancora custodi di quest’arte secolare. Nello specifico, COOPI ha coinvolto una designer e stilista – Mara Rimoldi – che è partita a Nador per COOPI e lì ha curato alcuni modelli e svolto corsi di formazione per gli artigiani tradizionali del Marocco. Altra collaborazione si è sviluppata con l’Istituto Europeo di Design (IED) di Milano.
Martina Maggiorelli, neolaureata dello IED, dopo aver vinto nel 2012 il concorso ‘Giovani stilisti per una moda sostenibile’ organizzato in occasione della III° edizione dell’asta di beneficienza Bags for Africa, è partita per una missione di 6 giorni in Marocco con l’obiettivo di lavorare con le artigiane locali. Da questa collaborazione è nata una mini collezione di borse che sono poi state battute all’asta di beneficienza Bags for Africa presso la Triennale di Milano lo scorso 26 Novembre.
Fonte: www.medmagazine.net
foto di Coopi.org
