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LA TASI SLITTA A SETTEMBRE PER I COMUNI IN RITARDO

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AG.RF.(MP).20.05.2014

“riverflash” –  Slitterà dunque a settembre la Tasi, per i comuni che non adottano la delibera per scegliere l’aliquota entro il 23 maggio. A deciderlo è stato il ministero dell’Economia dopo l’incontro con l’Anci. Chi pagherà allora il 16 giugno? Pagheranno solo i residenti nei comuni in cui l’aliquota è stata adottata, che finora sono circa il 10% del totale. Ad avanzare l’ipotesi del doppio regime, ossia far riscuotere l’imposta a giugno a quei Comuni che hanno già deliberato le aliquote, e rinviare la scadenza a settembre per quelli che non l’hanno ancora stabilita, erano stati proprio i comuni. Attualmente, solo1.000 comuni su 8.000 hanno preparato le delibere sulla Tassa sui servizi indivisibili. La norma per il rinvio potrebbe essere inserita in un decreto che deve essere approvato dal Consiglio dei Ministri o in alternativa, si potrebbe decidere di varare un provvedimento “ad hoc”, senza perdere di vista il fatto che i tempi sono stretti. Secondo uno studio avviato dalla Uil, solo 832 comuni hanno deliberato le aliquote mentre 514 le hanno pubblicate sul sito del ministero dell’Economia  e risultano molte aliquote e detrazioni diverse; il sindacato parla di 8.092 applicazioni diverse della Tasi: il rischio è quello di avere oltre 75mila combinazioni differenti di applicazione dell’imposta. Oltre alle aliquote differenziate tra prime case e altri immobili, si deve calcolare anche la variante delle detrazioni, che calcola come l’impatto medio dell’imposta si aggirerà sui 240 euro con punte di 468 euro a Torino, 439 a Genova, 430 euro a Milano e 410 euro a Roma. A Bologna,  ad esempio, ci sono ben 23 detrazioni diverse, in base alla rendita catastale dell’immobile, decrescenti con il crescere della rendita: si parte da 175 euro per gli immobili con rendita catastale fino a 327 euro fino ad arrivare a 5 euro per una casa con rendita catastale di 1.637 euro, ma non è tutto: con la Tasi, la Tari e le addizionali comunali si rischia, secondo la Uil, di neutralizzare il bonus Irpef, o peggio, come nel caso dei pensionati esclusi dal bonus fiscale, “il rischio è di peggiorare ulteriormente la situazione economica, aumentando il carico fiscale complessivo”. Dai primi dati dunque, emerge che su 32 città capoluogo che hanno deliberato la Tasi, nel 37,5% , l’imposta è più alta dell’Imu pagata nel 2012. In media si pagherà, 240 euro a famiglia, a fronte dei 267 euro pagati nel 2012 con l’Imu, ma con punte elevate. La Tasi, penalizza i Comuni virtuosi con l’Imu, cioè quei Comuni, più di 5.600 dove risiedono oltre 9 milioni di contribuenti, che avevano scelto l’aliquota base del 4 per mille o come Mantova che aveva scelto un’aliquota minore rispetto a quella base (3 per mille).

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