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La stampa di destra guadagna terreno, nel mirino di Antonio Angelucci, l’AGI Agenzia Giornalistica Italia

AG.RF 28.03.2024

(riverflash) – Gli organi di informazione sono in perdita di utenti. Lettori dimezzati e chi, come GEDI, è fuori dal governo. Venduto ad Aponte “IL SECOLO XIX”, storico quotidiano genovese che appartenne alla famiglia Perrone. A redazione e ai vari dipendenti era assicurato di tare tranquilli, di non ascoltare le voci. Invece sono partite le lettere di licenziamento.

Adesso  a scuotere il mondo dell’informazione italiano c’è l’ipotesi che l’agenzia di stampa AGI di proprietà dell’Eni, quindi dello Stato italiano che detiene il 30% dell’azienda petrolifera, possa essere venduta al gruppo di Antonio Angelucci, facente capo al parlamentare della Lega già proprietario di tre quotidiani nazionali, ‘Libero, ‘Il Giornale’ e ‘Il Tempo’. La notizia dell’interessamento del noto imprenditore delle cliniche private per la seconda agenzia di stampa italiana, ha provocato un terremoto politico in Italia e una grande eco internazionale. L’ultima parola per l’autorizzazione alla vendita dell’agenzia, infatti, spetta al titolare del ministero dell’Economia (che detiene il controllo dell’ENI), appartenente allo stesso partito di Angelucci. Le opposizioni, che hanno depositato alla Camera e in Senato due interrogazioni parlamentari, parlano di chiaro conflitto di interesse. Del caso dell’ipotesi di vendita dell’AGI ne hanno parlato anche agenzia di stampa internazionali come France Press e Reuters o il quotidiano tedesco Der Spiegel in Germania. A Bruxelles, intanto, è stata presentata un’interrogazione alla Commissione europea per sapere se sia al corrente di questa situazione, e quali azioni intenderà intraprende “nel caso di mancato rispetto dell’indipendenza editoriale dell’agenzia alla luce del regolamento che istituisce la legge europea sulla libertà dei media”. I giornalisti dell’AGI, intanto, hanno deciso un pacchetto di cinque giorni di sciopero (di cui i primi due il 21 e 22 marzo) ricordando che, come scrive l’ENI in una nota diffusa alle agenzie (stranamente esclusa l’AGI) in cui ammette di aver “ricevuto una manifestazione di interesse spontanea”, i contatti col Gruppo Angelucci sono stati avviati prima che fosse firmato un accordo tra azienda e Cdr di isopensione che prevede la fuoriuscita di circa 14 giornalisti e un esborso stimato di circa 8 milioni di euro per l’ENI. Alla luce della trattativa in corso, dunque, secondo i giornalisti le uscite sarebbero propedeutiche all’acquisto di Angelucci di un’agenzia “alleggerita” a spese dell’ENI stessa. Nella giornata di venerdì 22 marzo in una nuova assemblea la redazione dell’AGI, all’unanimità, ha confermato lo stato di agitazione e comunicato che la battaglia per l’indipendenza dell’AGI, a cui partecipa anche il corpo poligrafico (circa 20 unità), continuerà la prossima settimana ricordando di avere ancora tre giorni di sciopero a disposizione del pacchetto deliberato. In attesa di una risposta che chiarisca definitivamente la questione dal Governo o dall’ENI.

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