Coppa di Africa dal 13 gennaio
header photo

ingrandisci il testo rimpicciolisci il testo testo normale feed RSS Feed

LA RICERCA SUL PARKINSON FRENATA DAGLI ERRORI CAUSATI DALLA SPERIMENTAZIONE SUGLI ANIMALI

AG.RF  01..10.2013

(riverflash) – Sono circa 6mila le persone colpite ogni anno dal Parkinson in Italia, 1 su 4 sotto i 50 anni. Le cause che scatenano tale malattia sono ancora poco chiare, mentre sintomi e conseguenze sono noti a molte parsone. Tremore diffuso, su viso e mani, ma anche incapacità di dare la giusta forza alle mani per scrivere. Rigidità muscolare, tremore e lentezza dei movimenti sono tra i principali sintomi di questa malattia. I sintomi motori tipici della condizione sono il risultato della morte delle cellule che sintetizzano e rilasciano la dopamina.

Hans Ruesch, scrittore svizzero nato a Napoli nel 1913, ha sostenuto la tesi antivivisezionista nel libro «Imperatrice Nuda» e ha affermato che il ritardo nella cura del Parkinson è dovuto a errori che la farmacologia ha commesso usando sugli umani medicine frutto della sperimentazione sui ratti:  “molti dei più rilevanti fallimenti o ritardi nel trattamento del Parkinson possono essere attribuiti all’utilizzo di modelli animali fuorvianti…”.

Riportiamo la storia degli esperimenti da laboratorio che hanno rallentato la cura del Parkinson, scusandoci con i lettori per raccontare la crudeltà dei ricercatori nei confronti di animali inermi.

Si pensa che l’infiammazione del cervello abbia un ruolo importante nel morbo di Parkinson. Nell’esperimento che segue i ricercatori hanno iniettato direttamente nel cervello dei ratti due sostanze chimiche tossiche. La prima ha provocato sintomi simili al Parkinson, l’altra l’infiammazione del cervello. Nell’uomo l’infiammazione del cervello può provocare sintomi che vanno dal mal di testa ai disturbi visivi alle convulsioni e al coma.

Una settimana dopo, ai ratti è stato iniettato un farmaco sperimentale nell’addome. Anche se il farmaco sembrava proteggere il cervello dei ratti dall’infiammazione, gli sperimentatori poterono solo fare congetture su un possibile effetto analogo nei malati di Parkinson.

Questi esperimenti furono seguiti da test di comportamento durante i quali i ratti furono collocati in un’apposita arena circolare, fino a 60 minuti consecutivi, e osservati per vedere qual era il loro coordinamento nell’eseguire inversioni di direzione ad angolo molto stretto.
Per animali sofferenti e disorientati quali erano, dev’essere stato un vero calvario. Poi, nel corso della stessa giornata, i ratti sono stati anestetizzati per procedere alla misurazione di campioni cerebrali.

Infine sono stati uccisi e i loro cervelli studiati in laboratorio. Anche se gli autori non dicono come hanno soppresso gli animali, i metodi più comunemente utilizzati sono: overdose anestetica tramite iniezione; inalazione di anidride carbonica; dislocazione cervicale (gli viene spezzato il collo senza anestesia); decapitazione (tramite ghigliottina, con o senza anestesia).

Altri 44 ratti maschi sono stati usati in un diverso esperimento. Con un intervento chirurgico, nel cervello dei ratti sono stati impiantati dei tubicini, assicurati con un apparato fissato al cranio e viti metalliche. Dopo un “periodo di recupero” di dieci giorni, durante i quali non è stato dato loro alcun antidolorifico, ai ratti – pienamente coscienti – sono state somministrate attraverso i tubicini impiantati nel cervello delle sostanze chimiche tossiche, al fine di replicare i sintomi del Parkinson. Gli autori non dicono quale sia stata la reazione degli animali. Un’ora dopo la procedura, i ratti sono stati uccisi tramite decapitazione e i loro cervelli esaminati.

Fonte: dossier di Animal Aid tradotto dalla Leal: VITTIME DELLA SOLIDARIETA’

 

ratti laboratoriocavie1-650x433

Nessun Commento »

Puoi lasciare una risposta, oppure fare un trackback dal tuo sito.


Vuoi essere il primo a lasciare un commento per questo articolo? Utilizza il modulo sotto..

Lascia un commento


Heads up! You are attempting to upload an invalid image. If saved, this image will not display with your comment.

*