AG.RF.(redazione).14.11.2018
“riverflash” – E’ questo il punto “dolente” emerso ieri a Palazzo Chigi, tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini, il ministro dell’Economia Giovanni Tria e il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro. La manovra dunque non cambia, nei saldi e nella previsione della crescita perché, secondo Di Maio “il Paese ha bisogno di questo per ripartire”, fermo restando il fatto che “ci impegnamo a mantenere il 2,4% di deficit, e il Pil all’1,5%” ma “reddito cittadinanza, riforma Fornero, soldi ai truffati dalle banche” restano. Si tratta, secondo il vicepremier, di “una manovra in controtendenza col passato” ma “non facciamo i furbi sul debito. Non abbiamo aggiunto niente a quello che già leggete nella manovra di bilancio ma c’è l’impegno a mantenere quelli che sono i saldi indicati; quindi non facciamo i furbi sul deficit ma allo stesso tempo manteniamo gli impegni con gli italiani”. In merito alle dismissioni, Di Maio ha dichiarato che l’obiettivo è quello di tutelare i gioielli di famiglia e di dismettere tutto quello che non serve dello stato di immobili o di tutti questi beni che sono di secondaria importanza”, sottolienando che “nel programma di dismissioni non ci sono i gioielli di famiglia: stiamo parlando di immobili, di beni secondari dello Stato e sicuramente la dismissione avrà un effetto positivo per la riduzione del debito. ‘Nella lettera a Bruxelles – ha aggiunto il vicepremier – abbiamo detto che aumentiamo la valorizzazione dei nostri immobili, quindi della dismissione dei nostri immobili e potremo fare più soldi dal taglio e dalla dismissione di quello che non serve, degli immobili di proprietà dello Stato”. Inoltre, il reddito di cittadinanza, le pensioni di cittadinanza e il superamento della Fornero con quota 100 e la tutela dei risparmiatori truffati non cambieranno: “Il 2019 sarà l’anno del cambiamento”. Infine, per quanto riguarda la lettera di risposta a Bruxelles, “sono confermati saldi e crescita come già previsti (2,4 deficit e 1,5 crescita). Nessun arretramento di fronte a Bruxelles: il governo spiega le sue ragioni ma va avanti per la sua strada”.
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