LA LEGGE NON E’ UGUALE PER TUTTI

“riverflash” – Sto passando un paio di giorni di riposo sulla spiaggia a Sabaudia dopo uno stressante viaggio di affari in Cina. Il mare è bello, il bagnino simpatico ed il titolare dello stabilimento è affabile e gentile. Lui fa lo scontrino per ogni minima consumazione e per l’affitto delle sdraio e dell’ombrellone- Cosa c’è che non va? Al ritmo di almeno uno al minuto, tutto il santo giorno, passano i “vu cumprà”, poveracci che cercano di vendere di tutto: giocattoli, orologi di marca contraffatti, bigiotteria, accappatoi, occhiali da sole ecc. A parte il disturbo e l’insistenza di alcuni che non si rendono quasi mai conto di interrompere telefonate e conversazioni, il fatto è che, al contrario dei nostri baristi, negozianti e commercianti, questi non pagano l’IVA. Ovviamente lo sanno tutti, ma pare un fatto ormai scontato su tutte le spiagge italiane. Con tutti i finanzieri, i carabinieri, i vigili, i poliziotti che ci sono in Italia, possibile che nessuno sappia che c’è questo mercato che, oltre allo stato, danneggia i nostri commercianti regolari, che non pagheranno l’IVA a fronte di vendite non effettuate? Gia, se mi compero qualcosa dai vu cumprà non la comprerò più in negozio o sulla bancarella regolare e quindi non  darò la possibilità al nostro commerciante di sopravvivere e di pagare le tasse. Come mai si tollera tutto questo? E’ solo buonismo e pietismo nei confronti di poveracci entrati in Italia irregolarmente, cui si permette di sbarcare il lunario in questo modo? O c’è altro sotto? Dove sta l’inghippo? Vediamo di fare un’analisi un po’ più approfondita e cominciamo a percorrere a ritroso la filiera dei prodotti venduti sulle spiagge. Da dove provengono? Dalla Cina, ovviamente, ma chi li compera in grandi lotti? E poi, se vengono rivenduti senza far pagare l’IVA, probabilmente l’IVA non sarà pagata neppure dai vu cumprà al loro acquisto. E la dogana? Qui sta il punto: il porto di Napoli è il più importante porto europeo per volumi di importazioni dalla Cina, come mai questo record non è detenuto da un altro porto? Ad esempio Genova, Livorno o anche Marsiglia… Come mai proprio Napoli? Beh, il collegamento è presto fatto, l’equazione si risolve da sola:

• in Italia c’è il più grande volume di affari europeo per merce contraffatta,
• Napoli è la città italiana ed europea con il più alto tasso di delinquenza e di mancato rispetto delle leggi,
• la mercanzia cinese che vendono i vu cumprà proviene al 90% da Napoli

quindi:

• molto probabilmente al porto di Napoli non si pagano dogana né IVA.

Se questo è vero, la soluzione del problema è evidente: basta circondare il porto di Napoli con la più alta concentrazione di polizia, carabinieri, guardia di finanza mai vista e fare un controllo straordinario a tappeto. Non penso che la cosa sia anticostituzionale o contro le leggi vigenti, un controllo straordinario si può sempre fare …. e allora perché non lo si fa?

Chi lo può proporre? Il ministro degli interni, il prefetto o il questore di Napoli. Penso che anche dal punto di vista analitico la cosa non regga: a fronte di un certo numero di milioni di tonnellate di merci provenienti dalla Cina, qual’è l’introito per le dogane italiane? Anche l’ispettorato delle dogane dovrebbe insospettirsi di questa anomalia….

Il giro è evidente e allora, perché le nostre così dette istituzioni, per cui ci chiedono sempre di avere fiducia, sono assenti o, addirittura, conniventi? Il dubbio viene: la mafia cinese, di concerto con la camorra napoletana, paga un po’ tutti per chiudere un occhio, non è la prima volta che succede una cosa simile. Che ci vogliamo fare? Questa è la nostra Italia, sempre più piena di leggi, dove l’illegalità è sempre più tollerata.

AG.RF. (CP) 11.07.2013