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LA GRANDE FUGA DEI GIOVANI TALENTI DALL’ITALIA

verratti pres PSGdi Francesco Guerrieri (AG.RF 03.09.2014) ore 23:30

(riverflash) – Il sogno di molti bambini è quello di giocare in Serie A. Un sogno sempre più impossibile da realizzare in un paese vecchio e senza idee, che crede sempre meno nei suoi giovani. Il risultato dell’ultimo Mondiale in Brasile dimostra che per ricostruire un movimento dalle fondamenta, bisogna partire proprio dai sogni dei ragazzi.

Spesso si sente dire che Pirlo, Buffon, De Rossi, sono vecchi. La verità è che quando si tratta di tirare la carretta, noi siamo sempre in prima fila“; queste le parole di Gigi Buffon qualche minuto dopo la sconfitta con l’Uruguay che ha sancito l’eliminazione dell’Italia dall’ultimo Mondiale. “Il più vecchio, anche se non si allena come quello giovane, alla fine la domenica gioca sempre”, la replica di Davide Santon in un’intervista più recente.

Secondo alcune statistiche riguardanti la stagione scorsa elaborate dall’Osservatorio del Calcio Cies, la Serie A è il campionato dove gli over 30 hanno giocato più minuti, 53.396′.
Il futuro del calcio italiano, come per esempio Insigne, El Shaarawy, Destro e molti altri, li troviamo generalmente seduti in panchina o, nella peggiore delle ipotesi, in tribuna; i ragazzi con meno di 20 anni, all’estero, giocano molto più di loro. La Serie A è il campionato più vecchio d’Europa.

Il problema è che i nostri club non hanno più fiducia nel valore dei vivai; siamo ultimi in Europa per il numero di giocatori fatti in casa e trapiantati in prima squadra: solo 8 su 100 ce la fanno. Per fare un esempio, nessuna delle giovani promesse dell’Inter che nel 2012 hanno vinto la Next Generation Series contro l’Ajax, veste oggi la maglia neroazzurra. I lancieri, invece, hanno portato sette di quei ragazzi in prima squadra, e gli hanno già fatti esordire in Champions League.

Abbiamo 250 ragazzi, a partire da quelli dell’under 7 fino all’under 19 – spiegaWim Jonk, Direttore Tecnico dell’Ajax Academy – Ogni anno il nostro obiettivo è portare 2/3 giocatori dal vivaio in prima squadra. Abbiamo molto talento, che spinge per emergere“.

Eppure, quando si da fiducia ai giovani, i risultati sono spesso positivi: esempi concreti sono quelli di Berardi, Scuffet, Gabbiadini e (ahimè) pochi altri. A puntare sulla freschezza non si sbaglia mai; basta chiedere a Zdenek Zeman e ai tanti ragazzi che grazie a lui hanno imparato ad usare il loro talento: “Di giovani di talento ce ne sono tanti, il problema è che bisogna darli fiducia, non buttarli via quando sbagliano una partita“, sostiene il boemo il boemo.

Da troppo tempo, invece, i nostri club hanno chiuso i rubinetti ai serbatoi dei vivai: nel settore giovanile investono 25 milioni in meno di quanto fanno in Germania (nemmeno il 3% del fatturato dei grandi club).
Come la Serie A, anche il Campionato Primavera parla sempre meno italiano: un giocatore su cinque viene da fuori, perchè costano molto meno dei giovani italiani, che invece sempre più spesso vanno a giocare all’estero, alcune volte anche correndo il rischio di non giocare titolari o scendendo di livello andando in una squadra meno blasonata.

Uno dei primi addii (tra quelli più recenti) è datato estate 2011, la giovane Italia inizia a guardare all’estero: gli inglesi del Newcastle pagano 6 milioni di euro all’Inter per il 20enne Davide Santon. Lo Zenit di Spalletti, spende quasi il doppio per Domenico Criscito dal Genoa.

Si sperava fossero due casi isolati, invece, un anno dopo, Marco Verratti, 19 anni, la mente del centrocampo del Pescara di Zeman, promosso in Serie A, sceglie Parigi. Cinque giorni prima, la Roma aveva annunciano la cessione a titolo definitivo del 21enne Fabio Borini al Liverpool. Giovani e promettenti. Cercano gloria lontano da casa, perchè,le nostre società non hanno le risorse necessarie per trattenerli o forse la pazienza di aspettarli o peggio ancora, la competenza necessaria per farli crescere.

La tendenza purtroppo non si è interrotta, anzi: la scorsa estate, il Bayer Leverkusen scelse Giulio Donati, 23 anni, una presenza in Coppa Italia con l’Inter e poi prestiti a Lecce, Padova e Grosseto. Il Werder Brema scelse Luca Caldirola, 22 anni, un altro spedito dall’Inter in prestito a Brescia e Cesena, prima di fare il titolare in Bundesliga.

Un anno dopo, anzi che proteggere i nostri talenti, anche in virtù della figuraccia al Mondiale brasiliano, ecco il capocannoniere della Serie A Ciro Immobile partire in direzione Dortmund e, un paio di mesi dopo, il suo partner d’attacco Alessio Cerci atterrare all’aeroporto Barajas di Madrid. E, che piaccia o no, anche Mario Balotelli è tornato in Inghilterra.

Perfino Bryan Cristante se n’è andato di casa: da Milano a Lisbona, per vestire la maglia del Benfica. 6 milioni di euro sono bastati a convincere il Milan. Eppure nel giorno dell’esordio (con gol) contro l’Atalanta a Gennaio, sembrava avvesero trovato il nuovo Rijkard; in pochi mesi, evidentemente, è passato di moda. Se diventerà un grande centrocampista lo scopriranno a LIsbona, nel frattempo il Milan cercherà di valorizzare un ragazzo di 21 anni di proprietà del Chelsea, Marko Van Ginkel: prestito secco, addirittura gratuito se giocherà almeno 20 partite, e nessun diritto di riscatto.

 

Fonte: http://giovaninrete.wordpress.com

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