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LA CRISI HA SCATENATO LA PROTESTA IN VENEZUELA, TENTATIVO DI REFERENDUM PER TOGLIERE LA PRESIDENZA A MADURO

maracaibo protesta(HM) – AG.RF 30.04.2016 (ore 19:16)

(riverflash) – Ha ripreso a piovere in Venezuela, ma l’acqua è ancora poca nel bacino del Tuy, centrale idroelettrica che fornisce corrente a questo Paese produttore di petrolio. Mancano i generi di prima necessità, senza acqua non c’è mais per alimentare i polli e non cresce erba per nutrire sia mucche che vitelli. Ci sono zone del Venezuela dove il caldo è sopportabile solo con l’aiuto di aria condizionata e ventilatori perché la temperatura supera i 40 gradi all’ombra. Maracaibo, seconda città venezuelana per numero di abitanti con un clima caldo-umido, è stata colpita da disordini il 26 e 27 aprile, dopo che lunedì 25 aprile è iniziato il  piano di interruzioni di corrente ogni giorno.

Saccheggi e violenze sono avvenuti in alcune parti del Venezuela, mentre il paese si trova di fronte a una diffusa scarsità di cibo e di energia, costringendo il governo a razione di cibo e di energia elettrica.

Norvelis Contreras, una casalinga di 26 anni, che giovedì 28 aprile è stata in coda 5 ore per comprare riso e olio in un supermercato di Maracaibo, ha dichiarato il proprio disagio: “La situazione è critica. Stiamo soffrendo e cerchiamo di sopravvivere”.

In un sondaggio pubblicato da Venebarometro giovedi 28 aprile, il 13 per cento dei venezuelani ha dichiarato che la loro famiglia mangia solo una volta al giorno.

A Petare, hinterland a est di Caracas, i residenti hanno affermato che nel mese di aprile hanno saltato spesso i pasti perché non riuscivano a trovare cibo o permettersi di acquistare ciò che era disponibile.

Jhonny Mendez, abitante di Petare, ha dichiarato all’agenzia di stampa Reuters: “Devo uscire di casa alle 5 del mattino, rischiando di essere ucciso, per stare in fila tutto il giorno e acquistare solo due o tre prodotti”.

referendum anti MaduroUn altro sondaggio Venebarometro indica che più di due terzi dei venezuelani vogliono le dimissioni del presidente Nicolas Maduro.

L’opposizione accusa la cattiva gestione del governo per la crisi di potere poltico, nonché per la carenza di cibo e generi di prima necessità.

L’opposizione, che dopo le elezioni politiche di gennaio ha la maggioranza dei 2 terzi del Parlamento, ha chiesto di sollevare dall’incarico Rodolfo Marco Torres, ministro delle Risorse Alimentari, ma il presidente Maduro ha respinto la richiesta.

Ismael Garcia, un parlamentare che ha portato in assemblea la richiesta della rimozione Rodolfo Marco Torres, ha affermato: “Siamo di fronte la peggiore emergenza alimentare nella storia del Venezuela”.

Giovedì 28 aprile l’attuale maggioranza eletta dal popolo venezuelano ha affermato di aver raccolto un milione di firme per indire il referendum sulla rimozione del Presidente Nicolas Maduro. Le firme saranno consegnate alla commissione elettorale nazionale, che dovrà pronunciarsi se il referendum può essere organizzato oppure no.

Perfino un funzionario della GNB (Guardia Nacional Bolivariana), creata da Hugo Chavez, ha firmato per la rimozione di Nicolas Maduro Moros, ma è stato un caso isolato. Gli alti ufficiali non hanno avallato lo scontento di gran parte dei cittadini firmando il referendum, ma i soldati della Forza Armata Bolivariana non se la sono sentita di sparare un colpo di fucile sui dimostranti.

Maduro sostiene che la situazione critica sia frutto di una guerra economica contro il Venezuela dichiarata da capitalisti e cospiratori di destra che cercano di destabilizzare il suo governo. Il Presidente bolivariano ha promesso di andare avanti con la rivoluzione socialista lanciata dal suo defunto predecessore Hugo Chavez nel 1999.

Maduro afferma pure che il fenomeno meteorologico El Niño ha prosciugato l’acqua raccolta dalle dighe idroelettriche del paese. Per risparmiare energia, il suo governo ha anche ridotto la settimana lavorativa a due giorni per i dipendenti statali e ha ordinato alle scuole di chiudere al venerdì.

Da quando Maduro è diventato presidente nel 2013 dopo la morto per cancro di Hugo Chavez, l’economia è stata colpita con la carenza e l’inflazione alle stelle. Il crollo del prezzo del greggio a livello mondiale ha peggiorato l’economia della nazione latino-americana con maggiori riserve di petrolio del mondo.

La tensione politica, la carenza di generi di prima necessità e i blackout elettrici vigenti da questa settimana hanno sollevato timori di disordini nel Paese, già classificato dalle Nazioni Unite come uno dei più violenti del mondo.

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