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LA CENTRALE MONTEMARTINI E I NUOVI CAPOLAVORI DA SCOPRIRE

 

2_mosaico_con_leone_e_amorini_gallerydi Sabrina Sciabica (AG. RF. 10.06.2016)

(riverflash) – Un ri-allestimento con affascinanti reperti prima conservati nei depositi statali, è la novità estiva della Centrale Montemartini, situata nel quartiere ostiense di Roma.

Si tratta di un museo unico nel suo genere, almeno per la capitale, in quanto una vera centrale elettrica, in disuso dal 1963, è diventata museo nel 2005 (all’interno del sistema Musei in Comune), dando vita ad uno spettacolo raro in cui si unisce all’archeologia industriale la bellezza delle antichità romane.

La Centrale Montemartini è stata il primo impianto pubblico di produzione di elettricità a Roma, e fu costruito agli inizi del 1900 sulla Via Ostiense; è già, di per sé, un notevole edificio in stile liberty con ampie vetrate ed enormi lampadari in ferro battuto. Fu inaugurata nel 1912 e intitolata a Giovanni Montemartini, teorico delle municipalizzazioni delle aziende per i servizi pubblici e assessore.  Era di proprietà dell’Azienda Elettrica Municipale (l’attuale ACEA) e restò in funzione fino agli anni sessanta, quando i suoi impianti divennero obsoleti e venne definitivamente chiusa.

La stessa Acea ne curò il restauro mantenendo il corpo centrale del complesso, comprendente la sala macchine e la sala caldaie, conservando le strutture murarie e alcuni dei macchinari  – come una turbina a vapore del 1917 – oggi visibili. Accadde, in seguito, che alcuni settori dei Musei Capitolini furono chiusi per ristrutturazione e un buon numero di opere furono spostate all’interno della Centrale; nacque, così, l’idea di creare la splendida sede espositiva che è oggi.

Vi si ammirano reperti relativamente recenti, ovvero portati alla luce dopo l’Unità d’Italia e divisi tematicamente: nella Sala Colonne sono esposti pezzi del periodo storico di Roma Repubblicana, nella Sala Macchine quelli provenienti dal centro più antico della città e nella Sala Caldaie quelli provenienti dalle residenze imperiali e dagli horti (dell’Esquilino e dagli horti Sallustiani).

Inoltre, a partire dal primo giugno, la collezione è stata arricchita da altre opere, come ad esempio il  corredo funerario di Crepereia Tryphaena – fanciulla romana di circa 18 anni morta poco prima delle sue nozze –  comprendente gioielli, oggetti della toletta e una deliziosa bambola in avorio di 20 centimetri con gli arti snodabili, praticamente un’antenata della nostra barbie.

Ci sono, ancora, numerosi mosaici policromi risalenti all’età repubblicana come quello che rappresenta il Ratto di Proserpina e quello di un leone dagli occhi particolarmente espressivi addolcito e circondato da amorini, scoperto ad Anzio nel 1749.

Per l’occasione, la galleria Ny Carlsberg Glyptotek di Copenaghen ha prestato al museo la scultura in basanite che rappresenta la testa dell’imperatrice Agrippina Minore (madre di Nerone).

La Centrale Montemartini  si conferma, tra i musei, un fiore all’occhiello per la capitale, un luogo da scoprire e da visitare anche più volte sia per la preziosità degli oggetti che ospita, che per la peculiarità del “contenitore” che li ospita.

 

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