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KENYA: TURISTA BRESCIANA COLPITA AL VISO DA UN PROIETTILE DURANTE UNA RAPINA

MALINDI (RIVER FLASH)- È già rientrata a Brescia Paola Boglio, la giovane turista italiana rimasta ferita nei giorni scorsi durante una rapina in un villaggio turistico in Kenya, a Malindi, sulla spiaggia meridionale di Mayungu. Dopo essere stata in cura presso l’ospedale di Mombasa, la ragazza è stata dimessa dopo 48 ore ed è tornata in Italia giovedì 7 febbraio.

L’episodio di violenza è avvenuto nella notte tra il 3 e il 4 febbraio quando sette uomini armati erano entrati nel resort, probabilmente per rapinare i turisti. La donna era stata colpita alla nuca da un proiettile che non ha comunque compromesso alcun organo vitale. Le autorità consolari di Malindi hanno subito portato la donna al pronto soccorso locale. Secondo la testimonianza a SkyTg24 di Nunzia Sisinno, un’altra turista italiana che si trovava nello stesso villaggio turistico, anche lei aggredita, la donna ferita è stata colpita da un proiettile che «le ha trapassato la testa ed è uscito dallo zigomo. Un signore è venuto a vedere cosa è successo, e gli hanno sparato alle gambe». «Erano – racconta Sisinno – delle bestie inferocite. Sono andati in una villetta dove c’era una ragazza. Dormiva, era in camera con suo papà. Hanno sparato, praticamente il colpo è stato deviato dal vetro, ed è andato a finire sul viso di questa ragazza. Il proiettile le ha trapassato la testa ed è uscito dallo zigomo, proprio sotto l’occhio. Un signore è venuto a vedere cosa era successo, e gli hanno sparato alle gambe. Per fortuna non l’hanno preso. E poi sono scappati». «Sono arrivati – spiega ancora la donna – armati di machete, pistola, mazze. Uno ha aggredito mia sorella, un altro mi ha strappato la borsetta con la pistola puntata a 10 centimetri della faccia. Tenevano immobilizzata mia sorella, la tenevano ferma coi piedi, poi l’hanno buttata per terra. Andavano come pazzi avanti e indietro, eravamo terrorizzati. Hanno fatto man bassa di tutto. A mio marito hanno dato un colpo di machete sulla schiena che gli ha lasciato il segno».

 

 

F.T (AG. RF. 9.2.2013)

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