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JOBS ACT: LA DELUSIONE DI NCD E LE CRITICHE DEI SINDACATI

1419617782482_riforme_del_lavoro_ncd_delusa_critici_forza_italia_e_m5s_videostill_1AG.RF. 27.12.2014 di Giuseppe Licinio

“riverflash” – L’approvazione definitiva del Jobs Act, dopo le polemiche iniziali, continua a far discutere: lo scontro tra il governo e i sindacati che promettono battaglia, avviene soprattutto sui licenziamenti collettivi, ai quali la Cgil ha detto un secco no. Per il leader, Susanna Camusso, si tratta di un “via libera a licenziare lavoratori singoli e gruppi di lavoratori” e si è creata in questo modo una situazione di malcontento che ha investito anche la destra e nello specifico Ncd: è una riforma caratterizzata da due elementi: uno costituisce un salto di qualità assoluto per ciò che riguarda i licenziamenti collettivi e l’altro rappresenta invece un compromesso per ciò che riguarda i licenziamenti individuali; questo spiega gli elementi di consenso e anche alcune riserve avanzate dal Ncd che però rispetto al complesso del provvedimento non risulta sconfitto”, così come ha spiegato Fabrizio Cicchitto.

Forza Italia critica duramente il governo, sottolineando che  Renzi per Natale fa ingoiare l’articolo 18 cosi com’era. Purtroppo nel 2015 – oggi sappiamo la verità – non si creeranno nuovi posti di lavoro. Il premier come sempre, predica bene ma razzola male”, ha dichiarato Daniela Santanché, mentre  Maurizio Gasparri aggiunge: “Difficile prendere lezioni da chi, invece di prendere schiaffi dal Pd, che irride ai suoi alleati-sgabello, farebbe bene a usare questi giorni di festa per meditare sulle vie da percorrere per ricomporre il centrodestra. C’è da meditare per tutti. Noi lo faremo”. Nel frattempo la Cgil è sul piede di guerra perché, secondo loro, le nuove misure danno il via libera alle imprese a licenziare in maniera discrezionale lavoratori singoli e gruppi di lavoratori; più che parlare di rivoluzione copernicana, siamo ad una delega in bianco alle imprese a cui viene appaltata la crescita.

Queste misure ledono diritti collettivi ed individuali”. Parole alle quali si allinea anche la Uil, che attraverso Carmelo Barbagallo, afferma che “è il momento di avviare un percorso comune con Cgil e Cisl”. E infine anche la Cisl, unica a non avere scioperato contro il Jobs act, non risparmia le sue critiche: “Il testo del Governo sul Jobs act è ancora migliorabile, in particolare per quanto riguarda le norme sui licenziamenti collettivi”, argomento che non piace nemmeno alla minoranza del Pd: “è un cambiamento regressivo”, ha dichiarato Stefano Fassina, “è un contratto a tutele ridotte”, ha aggiunto Pippo Civati.

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