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JOBS ACT: IL TESTO APPROVATO IN SENATO

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AG.RF.(MP).09.10.2014

“riverflash”- E’ successo di tutto ieri in Senato, dove si è svolta la votazione per l’approvazione del Jobs Act che è passata a tarda notte con 165 sì e 11 no. L’opposizione però, ha dato vita ha una vera e propria “bagarre” in aula con urla e spintoni (e si è sfiorata persino la rissa), per bloccare il cammino della riforma: ma a nulla sono valse le polemiche, perché il Governo ha ottenuto la fiducia, grazie anche ai voti dei “dissidenti” del Pd, che dopo aver fortemente contestato l’azione di Renzi, hanno di fatto votato a favore, consapevoli del fatto che facendo mancare il loro appoggio, si sarebbe potuti arrivare alla caduta del Governo.  La giornata di ieri, era già iniziata con molto nervosismo e quando il ministro delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, ha illustrato in aula il maxemendamento del Governo che modifica e sostituisce il testo della delega sul lavoro (l’emendamento rinvia ai decreti delegati l’intervento sui licenziamenti),è scoppiato il  caos : il Movimento 5Stelle e le opposizioni sono insorte, coprendo con le urla le parole del ministro, tanto che il presidente del Senato, Pietro Grasso, è stato costretto a sospendere la seduta, poi ripresa nel pomeriggio e conclusasi, come accennato sopra, a notte fonda, anche se i partiti dell’opposizione, M5S, Lega, Sel e FI avevano fatto di tutto per impedire la prosecuzione dei lavori. “Le reazioni di una parte delle opposizioni al Senato, fanno parte più delle sceneggiate che della politica”, ha commentato Renzi in merito all’episodio. “Nel frattempo a Milano, andava in scena un corteo contro il vertice Ue sul lavoro e il segretario della Fiom, Maurizio Landini affermava di essere pronto ad far occupare le fabbriche. Ma il presidente Renzi sembra non preoccuparsi più di tanto e si è dimostrato sempre più sicuro delle sue scelte: “Possono contestarci, ma il Paese lo cambiamo”. Ma in cosa consiste il maxiemendamento? Sostanzialmente ci saranno interventi relativi agli sgravi sulle nuove assunzioni, la riduzione delle forme contrattuali, i nuovi ammortizzatori sociali. E la Mekel plaude a tutto ciò, e si congratula con il premier che ha aggiunto: “Sono stati fatti passi avanti ma non basta”. E il “nodo” dell’articolo 18? Di questo non si è parlato, ma il Governo ci ha tenuto a ribadire che “lo si é spiegato per mesi ovunque, persino nelle sedi di partito: la delega attribuisce al governo il dovere di superare l’attuale sistema e il presidente del Consiglio ha indicato con chiarezza la direzione, perciò, chi vota la fiducia vota la fiducia al presidente del Consiglio e al governo che sostengono la necessità di riformare l’intero mercato del lavoro, come esplicitato dalla delega, la quale, essendo una delega, non può che avere la portata definita dal testo normato».

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