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ITALICUM: C’E’ L’ACCORDO TRA RENZI E BERLUSCONI

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AG.RF. 13.11.2014 di Giuseppe Licinio

 

 

 

 

 

 

 “riverflash” – L’incontro di ieri tra Renzi e Berlusconi a Palazzo Chigi sulla legge elettorale, è stato positivo perché i due hanno trovato un’intesa sulle preferenze e la soglia del 40%, mentre non c’è accordo sullo sbarramento e l’attribuzione del premio di maggioranza. Tutto ciò mentre il Pd si spacca e la minoranza protesta: “Il patto non sia ratificato”. Dunque l’intesa tra premier ed ex, tiene e l’accordo sembra solido.

C’è la volontà da parte di Renzi, di alzare al 40% la soglia per il premio di maggioranza e l’introduzione delle preferenze dopo i capilista bloccati in 100 collegi. Ma su due punti  l’intesa non c’è: la soglia di sbarramento al 3% e il premio di maggioranza: anche Angelino Alfano non è d’accordo ma il premier ha ribadito di essere intenzionato ad andare avanti. Ma la reazione più dura è arrivata dal Pd, che in questo caso è spaccato, perché l’area “sinistra” ha avuto una dura reazione all’accordo ed ha voluto ribadire la “netta contrarietà al modello elettorale proposto, nell’incontro Renzi-Berlusconi,  per quanto riguarda l’aspetto dei cento capilista bloccati.

Non si può sottrarre ai cittadini la scelta dei parlamentari che la Consulta gli ha restituito”, ha commentato Alfredo D’Attorre. E anche Pippo Civati ha voluto rincarare la dose: “Propongo a Renzi di portare Berlusconi e Denis Verdini in direzione Pd, così siamo pari”, ha dichiarato prima di entrare nella riunione della direzione Pd, che si è svolta ieri. Di fatto la minoranza poi non ha votato e ha invece chiesto che non venga ratificato il patto del Nazareno.

A seguito delle critiche, il premier ha replicato in modo deciso: “Non credo di aver bisogno di un mandato esplicito della direzione sulle modifiche alla legge elettorale, dice, perché credo che la legge che sta emergendo garantisce a mio giudizio tutti gli obiettivi che ci eravamo dati”. Infine egli ha escluso che dall’accelerazione della riforma elettorale, possa scaturire un voto anticipato.

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