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INDAGATO PER CORRUZIONE E TURBATIVA D’ASTA ANTONIO ACERBO, COMMISSARIO DI EXPO 2015

acerbo pad italiaSG – AG.RF 18.09.2014 (ore 13:07)

(riverflash) – Enrico Maltauro, costruttore vicentino che, dopo essere stato arrestato, ha raccontato al gip di Milano Fabio Antezza il giro di tangenti per gli appalti legati a Expo 2015. La sua collaborazione lo ha premiato con l’uscita dal carcere, tramutata in arresti domiciliari.  Tra i risconti forniti da Maltauro c’è il progetto «Le vie d’acqua», che prevede la costruzione di nuovi canali nell’hinterland milanese.  Tra gli indagati spicca il nome di Antonio Acerbo,  65 anni, direttore Construction del Padiglione Italia e commissario delegato di Expo 2015 per il progetto «Vie d’acqua», ora indagato per corruzione  turbativa d’asta.

Le confessioni di Fabio Maltauro sono supportate dalle intercettazioni. I fatti sotto accusa sono avvenuti dal 2012 al luglio 2013. Un appalto da 100 milioni d’euro aggiudicato alla Maltauro s.p.a. sotto la lente d’ingrandimento dei p.m. Gittardi e D’Alessi, che ipotizzano sia stato concesso dopo aver ammorbidito Antonio Acerbo con un congruo “regalino”. Antonio Acerbo è un tecnico che sotto la giunta presieduta dal sindaco Letizia Moratti era direttore generale del Comune di Milano.expo_640

A 8 mesi dall’inaugurazione una nuova bufera su Expo 2015, con la Guardia di Finanza che sta perquisendo ufficio e casa di Acerbo.  A luglio tra gli arrestati per l’Esposizione Universale c’erano tre vecchi faccendieri, in passato condannati per «Mani Pulite»: il comunista Primo Greganti, il democristiano Gianstefano Frigerio e l’ex-senatore PdL Luigi Grillo. Una mangiatoia e l’ennesimo malaffare. La storia è sempre la stessa, riconducibile all’interrogatorio di Enrico Maltauro, nel frattempo sollevato dall’incarico di a.d. della Maltauro s.p.a. che continua a operare.

Il sindaco attuale di Milano, Giuliano Pisapia, suggerisce le dimissioni di Acerbo: “Da garantista sono consapevole che siamo di fronte a un avviso di garanzia, non a un arresto o una condanna, tuttavia, resta l’esigenza di salvaguardare la reputazione del nostro Paese, di Milano e di Expo. Ed è per questo che Acerbo per primo dovrebbe scegliere di fare un passo indietro”.

Nessuna condanna per Acerbo, che figura soltanto nel registro degli indagati e, tramite i suoi avvocati, sollecita un interrogatorio chiarificatore con i p.m. Gittardi e D’Alessi.

Roberto Maroni, governatore della Lombardia, precisa le sue competenze: “È una vicenda che riguarda la società Expo spa, non la Regione Lombardia. C’è il dottor Cantone che presidia e farà quanto si deve fare”.

Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità anticorruzione dell’Expo milanese, chiamato in causa ha affermato: “Negli ultimi incontri con Diana Bracco, presidente di Expo2015, il rappresentante tecnico per Padiglione Italia è sempre stato l’ingegner Acerbo e questo può essere un problema. Voglio capire bene la vicenda. Nei prossimi giorni vedrò il procuratore della Repubblica di Milano”.

Al momento Cantone esclude provvedimenti come la rimozione di Acerbo e il commissariamento del Padiglione Italia all’Expo:  “Serve almeno una valutazione di un giudice con una ordinanza cautelare o una richiesta di rinvio. Allo stato mi sembra difficile procedere, ma voglio capire bene la vicenda”.

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