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INCHIESTA SUL CENTRO ENI IN BASILICATA: MINISTRA GUIDI INTERCETTATA, SI DIMETTE E RENZI NON LA “TRATTIENE….”.

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AG.RF.(MP).01.04.2016

“riverflash” – Travolta da un’intercettazione telefonica in cui – parlando con il suo compagno Gianluca Gemelli – gli garantiva il via libera a un emendamento alla legge di Stabilità che andava incontro ai suoi interessi imprenditoriali, la ministra dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, si è dimessa. E Matteo Renzi non l’ha fermata: “E’ stata una scelta sofferta che condivido in pieno”, ha dichiarato il presidente del Consiglio. L’’intercettazione, chiama in causa il centro del potere del governo Renzi, visto che la Guidi ha citato anche la ministra Maria Elena Boschi, dicendo al compagno: “Anche Maria Elena è d’accordo”. “Sono corretta e in buona fede”, ha aggiunto la Guidi, nella lettera indirizzata a Renzi, “ma credo sia opportuno rassegnare le mie dimissioni: sono stati due anni meravigliosi insieme; ora continuerò a lavorare come semplice cittadina e imprenditrice, per il bene del nostro meraviglioso Paese”.  Tutto è partito dalla procura di Potenza, che ha avviato un’indagine  sulla gestione rifiuti del centro Eni, inchiesta che ha un filone parallelo sull’impianto di Tempa Rossa nella Val d’Agri. In questo filone è indagato Gianluca Gemelli, accusato di traffico di influenze illecite proprio per i suoi rapporti con il ministro. Il pm aveva anche chiesto l’arresto di Gemelli, che però non è stato concesso. Ma come si è arrivati a questa situazione? Grazie appunto all’indagine che ruota attorno ad un emendamento alla Legge di Stabilità, approvato all’ultimo momento nel dicembre del 2014,  con il quale si dava il via libera al progetto di estrazione di petrolio Tempa Rossa, opera contestatissima dalle associazioni ambientaliste, ma sul quale Gemelli aveva forti interessi. A causa di questa inchiesta, sono state arrestate sei persone e negli atti, sono finite anche una serie di conversazioni telefoniche dirette tra Guidi e Gemelli, tra i quali c’era “una relazione di convivenza”, come si legge nelle carte. L’imprenditore era interessato a fare in modo che si sbloccasse l’operazione Tempa Rossa, gestita dalla Total, perché secondo l’accusa le sue aziende avrebbero guadagnato circa due milioni e mezzo di sub appalti. E di questo parla al telefono con la compagna. E il contenuto della telefonata tra i due, è più o meno questo:  “Dovremmo  riuscire a mettere dentro al Senato se… è d’accordo anche Mariaelena la… quell’emendamento che mi hanno fatto uscire quella notte. Alle quattro di notte… Rimetterlo dentro alla legge… con l’emendamento alla legge di stabilità e a questo punto se riusciamo a sbloccare anche Tempa Rossa… dall’altra parte si muove tutto!”. Il compagno allora, le chiede se la cosa riguardasse i suoi amici e il ministro gli risponde: “Eh certo, capito? Per questo te l’ho detto”. Avuta la notizia Gemelli chiama subito il rappresentante della Total: “La chiamo per darle una buona notizia.., si ricorda che tempo fa c’è stato casino..che avevano ritirato un emendamento…e per cui c’erano di nuovo problemi su Tempa Ross … pare che oggi riescano ad inserirlo nuovamente al senato..ragion per cui..se passa…e pare che ci sia l’accordo con Boschi e necompagni…(…) se passa quest’emendamento… che pare… siano d’accordo tutti…perché la Boschi ha accettato di inserirlo… (…) è tutto sbloccato! (ride ndr)…volevo che lo sapesse in anticipo! (…) e quindi questa è una notizia…”. Dalle indagini fatte poi dagli agenti della squadra mobile della Polizia di Potenza, è emerso che l’emendamento era stato inserito nel maxiemendamento alla Legge di stabilità del 2015, modificato dal Senato il 20 dicembre, con il quale si dava il via al progetto Tempa Rossa. A seguito di tutto ciò, le opposizioni sono andate all’attacco, chiedendo le dimissioni del Governo.

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