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IN PENSIONE ANTICIPATA CON L’ASSEGNO DELL’INPS

AG.RF.(MP).07.01.2014.(ore 7.17)

“riverflash” – Ci sta provando il ministro del lavoro, Enrico Giovannini, a mantenere la riforma delle pensioni, con l’idea di introdurre elementi di flessibilità per tutti i lavoratori che intendono lasciare in anticipo il lavoro, rispetto ai requisiti attuali e sta pensando anche alle imprese che vogliono rendere il loro personale “più giovane”. In che modo? Con il “prestito pensionistico”, un’ipotesi di cui già si era parlato nei mesi scorsi. Dovrebbe funzionare in questo modo: se ad una persona mancano due anni per andare in pensione, stando alle regole attuali, dovrebbe solo attendere, mentre “con il meccanismo Giovannini”, potrebbe lasciare il lavoro anticipatamente e cioè non andrebbe in pensione ma potrebbe incassare un assegno pari ad una percentuale del suo stipendio (si sta parlando dell’80%), pagato dall’Inps in collaborazione con l’azienda per la quale lavora. Quindi dal momento in cui si inizia ad incassare l’assegno (previa maturazione dei requisiti), quest’ultimo verrebbe decurtato di una cifra (tra il 10 e il 15%) per poter restituire i soldi ottenuti in prestito nei due anni. “Il provvedimento al quale stiamo lavorando – ha dichiarato il ministro Giovannini – prevede, oltre al coinvolgimento del lavoratore e delle imprese, anche quello dello Stato”. Il prestito pensionistico dovrebbe valere soltanto per i lavoratori del settore privato e si tratterebbe comunque di un meccanismo volontario. Ma i costi di tutta l’operazione, si stanno rivelando molto alti: per questo motivo si stanno facendo ipotesi con il ministero dell’Economia e la Ragioneria generale dello Stato perché molto dipende dal numero dei lavoratori e quello delle imprese, interessate ad attivare il prestito. “Attualmente esiste un meccanismo che, attraverso accordi sindacali, permette il pensionamento anticipato con pagamento da parte dell’azienda di una quota consistente del totale pensionistico; è stato già utilizzato dalle grandi imprese, mentre non è utilizzabile dalle piccole. Anche queste ultime, potrebbero avere l’interesse a dare uno scivolo ai lavoratori, soprattutto in quei comparti dove l’età avanzata può addirittura comportare rischi per il tipo di attività svolta”, ha aggiunto il ministro. Infine, il prestito pensionistico sarebbe un sistema alternativo all’ipotesi di cui si era parlato, della staffetta generazionale. In cosa consisterebbe? I lavoratori più anziani vedrebbero trasformati i loro contratti in “part time” con una contribuzione figurativa a carico dello Stato in modo da non incidere sulla futura pensione, dando così la possibilità alle imprese comunque di far entrare giovani nel mercato del lavoro. E rispetto a questa  staffetta, il prestito pensionistico avrebbe anche il vantaggio di essere una misura in grado di dare una risposta più strutturale anche al problema degli esodati.

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