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IN COLOMBIA TRA BALLO E CARNEVALE……

AG. RF.  (Viola Maria Garzoni Provenzani) 3-11-2013

“Riverflash”-  La Colombia è ricca di tradizioni culturali, a causa del suo complesso processo di meticciato. Ci sono cinque sub-culture distinte meticci, ancora esistono 87 etnie indigene e discendenza africana, tra cui la comunità di San Basilio de Palenque, puro discendente di africani. Ci sono anche arabi, ebrei e zingari. Oltre allo spagnolo, in Colombia 64 lingue indigene sono parlate, lingua nera (Palenquero) e “LaBande”, una lingua creola derivata dal Inglese.

Hanno circa 198 ritmi musicali. Feste e carnevali sono una forte tradizione tra colombiani (ci sono oltre 3.000 feste). La più importante è il Carnevale di Barranquilla, che è stata dichiarata “Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità” nel 2003. Si evidenzia anche altro come “Carnevale dei Neri e Bianchi”, “Feria de Manizales”, “Festival dei Fiori”, “Folk Festival”, “Festival Vallenato” e “Feria de Cali”. Ci sono oltre un migliaio di concorsi di bellezza del paese.

Il paese è in gran parte cattolica. Gli eventi più importanti sono la celebrazione della Pasqua in vivo Sachica, Boyacá, e la Fiestas de San Francisco nel Choco. Natale è vissuta intensamente con la recita del nono e il gioco del “bonus”. Ciò ha portato a “La Aguinaldo Boyacense” e la rappresentazione dell’arrivo dei Magi in Egitto quartiere a Bogotà. È interessante notare che in Colombia si svolge anche il “Carnevale del Diavolo” in Riosucio, Caldas.

Nella città di Pasto, dipartimento del Nariño, si celebra fin dall’inizio del secolo, il 5 e il 6 gennaio, il Carnevale dei Bianchi e dei Neri.
E’ una festa che riflette le diverse categorie sociali che entrarono a conformarsi dal XVI secolo.
Da allora si formò una rigida stratificazione sociale che era composta da vari elementi: il bianco spagnolo della penisola e i suoi figli nativi senza mescolanza, meticci e mulatti, l’indigena del villaggio e della riserva e, nel gradino più basso, il nero nella sua qualità di schiavo.
La tradizione racconta che gli schiavi sollecitarono le autorità coloniali affinché gli venisse concesso un giorno libero, nel quale potessero esprimersi senza inibizioni e rivivere le loro tradizioni.
Quando venne approvata la loro richiesta, la festa incominciò ad essere celebrata il giorno dei Re Magi in onore a Melchiorre, il re magio nero.
In un secondo tempo si stabilì che il giorno prima della Festa dei Re Magi tutta la gente si dipingesse di bianco.

Così come a Barranquilla la musica ed il ballo sono l’asse centrale del Carnevale, a Pasto il ruolo principale spetta al lavoro artistico degli artigiani che esprimono attraverso le carrozze le loro leggende, tradizioni e sogni.
Il lavoro di elaborazione delle gigantesche ed ingegnose carrozze, la maggior parte della quali è dotata di movimento, vengono realizzate in vari mesi ed in forma collettiva.

A Riosucio (Caldas) ogni due anni, a volte alla fine dell’anno ed altre nei primi giorni di gennaio, si celebra una festa che ha degli elementi essenziali che la distinguono dalle altre del paese: un culto che ha come rito un diavolo buono, espressione letteraria che è presente negli atti più importanti del Carnevale.
Protagonisti delle sfilate del Carnevale di Riosucio sono delle comparse che ricorrono al canto, alla mimica, occasionalmente al ballo ed anche alla declamazione, il fine é portare al popolo un determinato messaggio, quasi sempre relativo agli avvenimenti locali nazionali che abbiano avuto qualche trascendenza durante quel periodo.

I balli tradizionali più importanti sono quelli dei “congos” e delle “cumbiambas”.
I primi hanno origine nelle antiche danze dei guerrieri delle culture africane e vengono indossati vestiti fastosi, mentre i gruppi di ballerini usano delle maschere che gli studiosi fanno risalire ai simboli totemici ancestrali.
Le cumbiambas invece derivano dalla cumbia, un ballo che si è convertito in un simbolo della nazionalità, dal momento che riassume elementi dell’eredità indigena, africana e spagnola.

 

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