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IL TERRORISMO DI PARIGI: SCONTRO TRA DUE CULTURE

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AG.RF.(Claudio Peretti).15.11.2015

“riverflash” – Dopo gli attentati della scorsa notte a Parigi viene sicuramente da chiedersi: “ma a chi giova?” Perché si fanno queste cose? Cosa sperano di ottenere i terroristi o i loro mandanti? Se si pensa al solo terrore, certo, lo hanno ottenuto, ci hanno spaventato. Ma quanto durerà questo spavento? Qualcuno di noi forse ricordava l’attentato contro Charlie Hebdo dello scorso gennaio? Ora sono stati fatti due gravi attentati, a breve distanza l’uno dall’altro: il primo: la bomba sull’aereo Russo da Sharm El Sheik a S. Pietroburgo, e poi quello della scorsa notte. Probabilmente la concomitanza dei due attentati genererà una nuova alleanza fra Europa, USA e Russia per combattere lo stato Islamico, cosa non certo favorevole ai terroristi. La seconda cosa che la notte cupa di Parigi genererà sarà l’invio di truppe di terra contro i califfati islamici, cosa che sarà richiesta a furor di popolo ai governanti: anche questo non è certo favorevole ai terroristi. E allora, dove vogliono andare a parare facendo questi attentati? Forse , avendo a che fare coi terroristi islamici, non si deve cercare una logica di causa / effetto nelle loro azioni, ma ci si deve semplicemente chiedere quale sia la loro natura, cosa sta alla base del loro comportamento, non certo logico, ma solo istintivo. Ebbene, tutte le analisi fatte sui terroristi islamici portano ad un solo risultato: la rabbia. Loro sono la civiltà della rabbia: ce l’hanno dentro, contro l’occidente, contro la nostra società, contro la nostra cultura. Ecco perché cercano sempre di attaccare briga (qui si parla dell’atteggiamento tipico degli arrabbiati) facendoci sempre attentati. Perché, se è pur vero che non tutti gli islamici sono terroristi, è ben vero che tutti i terroristi sono islamici… E quindi eccoci alle prese con la civiltà della rabbia, noi, occidente, che siamo la civiltà della paura. Noi occidentali, che si sia cristiani, ebrei o atei, abbiamo paura di tutto. Paura dei cambiamenti climatici, paura della recessione, paura delle malattie, paura di non farcela e ora, oltre a tutte le altre, si è anche aggiunta la paura dei terroristi! Facciamo queste considerazioni, vedendo il tutto dal di fuori, un po’ distaccati, se ci riusciamo, cerchiamo di capire dove potrebbe portare questa contrapposizione: la civiltà islamica della rabbia contro la civiltà occidentale della paura.

Tuti abbiamo spesso sentito dire una frase: “la rabbia non porta da nessuna parte”.. Allora, se questo è vero, l’ISIS, anche dovesse fare un mare di attentati, non riuscirà mai a diventare una vera civiltà. Nessuna comunità riesce a sopravvivere se fatta tuta di ladri o tutta di tagliagole.

Noi occidentali però abbiamo paura e, sulla paura, abbiamo sentito dire alcune cose:

  • la paura è un istinto animale che aiuta la sopravvivenza, a patto che non ci paralizzi,

  • Papa Karol Woitila ci ha sempre ripetuto questa frase: “Non abbiate paura”

Quindi, a patto che non ci si faccia paralizzare, la civiltà della paura, alla lunga, dovrebbe averla vinta sulla civiltà della rabbia. Ora siamo tutti sconvolti e, così facendo, facciamo il gioco dei terroristi. Tutte le TV, i mass media parlano di questo: esattamente quello che voglio i terroristi. Loro vogliono farci spaventare, cercano di fare crollare la nostra civiltà sperando che la paura ci paralizzi.

E allora, oltre ai doverosi giorni di lutto ed all’invio di truppe di terra alleate fra tutti i paesi che vogliono veramente combattere il terrorismo: Europa, USA e Russia per radere al suolo lo stato islamico, la nostra reazione deve proprio essere questa, continuare come se nulla fosse, non paralizzandoci, non mostrandoci terrorizzati, facendo avanzare la nostra civiltà per la sua strada. Distruggere è molto facile e l’opera di distruzione può essere fatta da uno stupido e da un folle, costruire è difficile, possono costruire civiltà solo popoli corretti, dotati di fantasia, logica, altruismo ed inventiva.

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