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IL SUCCESSO DEL LOW COST E L’ARRIVO DI PRIMARK IN ITALIA

primark-italiadi Valentina Riso  (AG.RF  11.09.2015)  ore 12:50 (riverflash) Pigiama a 12 euro, costume da bagno a 20, collant a 2 euro 90 centesimi. Se l’Italia è famosa nel mondo per le griffe d’alta moda, in un momento di crisi gli abiti low cost spopolano dentro e fuori il Paese. Zara, H&M, Mango, Calzedonia, Tezenis, Intimissimi, Calliope, Rinascimento, Terranova, Yamamay, Carpisa crescono  e vanno perfettamente incontro a condizioni mutate di reddito e potere d’acquisto dei consumatori.

La moda low-cost delle grandi catene è per molti versi l’evoluzione del prêt-à-porter. Dinamica, veloce, eclettica, economica: è il gusto del design associato a materie prime a buon mercato e a meccanismi di produzione seriali. Rispetto all’alta moda, il globale rinnovamento dei processi produttivi e l’abbattimento dei costi hanno permesso un continuo aggiornamento della selezione dei capi in negozio, diventati alla portata di numerose fasce di consumatori.

Il successo delle low cost ha dunque molto da insegnare anche ai più illustri colleghi delle passerelle. Ed è proprio in questi ultimi anni che stiamo assistendo a fenomeni molto interessanti in questa direzione. Da una parte, l’apertura delle grandi firme ad un pubblico più ampio attraverso la collaborazione con i marchi del mass-market; dall’altro, la creazione da parte degli stilisti di collezioni dai prezzi più accessibili, destinate ad un target diverso da quello tradizionale.

In quest’ottica, Primark, il colosso irlandese di moda low cost sta per sbarcare in Italia. Il primo punto vendita italiano verrà inaugurato a febbraio 2016 ad Arese (provincia di Milano). Il famoso marchio che fattura circa 5 miliardi di euro ogni anno sorgerà in uno spazio di circa 7mila metri quadrati su più livelli all’interno del nuovo centro commerciale che sta per essere completato nell’area ex Alfa Romeo dalla Finiper e, secondo voci più o meno confermate, ad accompagnare l’arrivo in Italia di Primark è stato lo stesso leader del gruppo Finiper, l’imprenditore milanese Marco Brunelli.

Nato nel 1969 a Dublino, inizialmente si chiamava Penneys e nel corso degli anni è divenuto famoso prima nel Regno Unito, dove conta 165 negozi, e poi nel resto d’Europa. Oggi è presente in una decina di paesi europei con ben 270 negozi e ora sta per arrivare anche in Italia ed è pronto a “dichiarare guerra” alle presenti catene low cost che sono ormai divenute sempre più protagoniste indiscutibili del vestiario quotidiano. Se il piano avrà successo, Primark sbarcherà anche in altre città italiane, secondo l’Agi anche a Roma e a Venezia. Questi investimenti porteranno anche nuove possibilità di lavoro, oltre che di shopping low-cost.

La Associated British Food, il gruppo proprietario del marchio, punta su questo nuovo store per rilanciare i ricavi, dopo il felice esperimento francese e in altri otto mercati europei.

John Bason, direttore finanziario di Abf, è molto fiducioso per le nuove aperture ed è sicuro che il mercato italiano abbia delle grandi potenzialità per replicare il successo avuto in Francia, confermatosi in soli 18 mesi il mercato di maggior successo mai avuto dal brand.

In mezz’ora di macchina si potrà raggiungere Arese da Milano e fare shopping a basso costo, sul web intanto si diffonde la notizia e iniziano le prime polemiche per le condizioni di lavoro dei dipendenti nelle fabbriche che producono i prodotti Primark, argomento di cui si è molto discusso lo scorso anno; la catena irlandese, infatti, ha fatto i conti con un messaggio disperato proveniente dai detenuti cinesi, che hanno chiesto aiuto con un biglietto inserito all’interno di un paio di pantaloni.

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