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IL SITO INDUSTRIALE DI TERNI PATRIMONIO NON SOLO ITALIANO, ANCHE EUROPEO

acciai speciali terniAG.RF 15.07.2014 (ore 16:15)

(riverflash) – – Il momento di crisi del settore dell’acciaio non riguarda solo l’Ilva di Taranto, ma anche Terni ha le sue preoccupazioni per un ventilato ridimensionamento della fabbrica Acciai Speciali del gruppo Thyssen Krupp.

Il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo,  ha riferito sulla riunione convocata il prossimo 17 luglio a Palazzo Chigi per la presentazione del piano industriale di AST (Acciai Speciali Terni). Di Girolamo, in merito alla mancata convocazione delle organizzazioni sindacali, che invece era stata richiesta anche dalle istituzioni umbre, ha sottolineato come Comune, Provincia e Regione abbiano inviato una nuova richiesta in tal senso al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Del Rio.

“Riteniamo infatti che la presentazione del piano industriale in un unico tavolo, con le istituzioni e le organizzazioni sindacali sia fondamentale per avere fin da subito e in contemporanea la valutazione dei rappresentanti dei lavoratori ed aprire immediatamente un confronto”. Il sindaco ha detto comunque di sperare che il piano industriale di Thyssen Krupp sarà adeguato a quanto previsto dalla Commissione europea, come indicato nelle condizioni poste nel processo di vendita.
“Deve essere – ha detto Di Girolamo – un piano di continuità e di consolidamento, anche in vista di una possibile futura ricollocazione sul mercato degli stabilimenti di Terni”.
“Le dimissioni repentine e impreviste di Marco Pucci – ha continuato Di Girolamo – hanno suscitato una legittima preoccupazione e timori per un piano di ridimensionamento del sito industriale di Terni, patrimonio non solo locale, ma italiano ed europeo”.
“In questi giorni non abbiamo ancora avuto modo di valutare elementi di merito, né ottenuto rassicurazioni: per questo chiediamo che ci sia un confronto complessivo”, ponendo in chiaro fin da subito che occorre tutelare la permanenza dell’area a caldo con una produzione di 1,5 milioni di tonnellate e con un incremento – attraverso investimenti ragionevoli – dell’area a freddo con la collocazione a Terni della linea 5 di Torino, dissequestrata dalla magistratura”.
Un approccio di questo tipo, ha concluso il sindaco, “consentirebbe un equilibrio economico migliore e ad Ast di stare sul mercato in maniera solida, in attesa della possibile nuova vendita, quando le condizioni generali saranno migliori”.

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