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IL RENDIMENTO DEI TITOLI DI STATO USA È IN AUMENTO, DIFFICILE TROVARE CHI COMPRA TITOLI ITALIANI

(riverflash) – L’economia americana è ripartita a tal punto da non richiedere più il sostegno della FED che ora è preoccupata di frenare l’inflazione. Ben Shalom Bernanke, attuale Presidente del Comitato dei Governatori della Federal Reserve USA, ha annunciato l’interruzione del Quantitative Easing già dal 2014. L’effetto è stato un “bagno di sangue” su Piazza Affari, perché appare chiaro che è finito l’importante apporto finanziario, stimato in 85 miliardi di dollari al mese, di acquisti statunitensi di titoli di Stato italiani. Una sorta di doping che ha tenuto in piedi la finanza. L’Italia non ha approfittato della politica favorevole degli Stati Uniti per sanare il debito pubblico e impostare nuove regole. I vari governi si sono impegnati a tenere in piedi un sistema barcollante invece di cambiare rotta. A patto di non cambiare è diventato tutto possibile: eleggere per i prossimi 7 anni un Presidente della Repubblica che di anni ne ha 88, mettere insieme nel governo ex-democristiani, ex-comunisti ed ex-fascisti. Parola d’ordine: niente deve cambiare, i flussi del denaro pubblico non vanno interrotti.

A interromperli adesso ci provano dell’estero. Appare scontato che i rendimenti dei titoli di Stato di molti Paesi ripartiranno rendendo di difficile collocazione i titoli italiani. I rendimenti sui titoli di Stato USA sono destinati ad aumentare: il decennale americano è arrivato a 2,5% di interesse, che è il più alto incremento di rendimento settimanale dell’ultimo decennio. Anche il Bund tedesco ha aumentato i suoi rendimenti. E allora perché si dovrebbero comprare titoli di Stato italiani se economie molto più solide offrono sempre maggiori rendimenti?

AG.RF  23.06.2013

nella foto: Ben Shalom Bernanke

Ben_Bernanke_official_portrait

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