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IL PALAZZO ROMANO NELLA PRIMA META’ DEL SEICENTO >>

 

(riverflash) – La più significativa dimora realizzata a Roma nella prima metà del Seicento è il palazzo Barberini. Concepito negli anni del pontificato di Urbano VIII, venne affidato a Carlo Maderno dal 1626 e in seguito a Bernini che portò a compimento l’impresa tra il 1630 ed il 1632, coadiuvato dal Borromini.

Carlo Maderno  fu un artista di transizione tra manierismo e barocco, nipote ed allievo di Domenico Fontana.

La pianta ad H dichiara l’ispirazione alla tipologia della villa, il cortile inquadrato da due brevi ali precede il corpo centrale dell’edificio, traforato da logge e dal portico. Il risultato di ciò è l’accentuazione dell’asse longitudinale, sul quale si innestato successivamente un vano ellittico ed il giardino. Questo modello non ebbe però immediato seguito nell’ambiente romano  ed al contrario, le facciate assunsero nel contesto urbano un valore primario, si ricordi tra tutte quella di palazzo Montecitorio, commissionata a Bernini dalla famiglia Pamphili (1650-55).  La lunga facciata risulta articolata in cinque settori, con la zona centrale aggettante e le laterali inclinate. I basamenti dei pilastri e le cornici delle finestre sembrano sbozzati nella roccia viva,mentre il portale sorretto in origine da una coppia di telamoni è stato in seguito modificato dal Carlo Fontana.

 

di Lauretta Franchini (AG.RF.25.06.2013)

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