24 Giu 2018
IL MISTERO DELLA RAGAZZA NASCOSTA NEL DIPINTO INGLESE «THE PASTON TREASURE»
AG.RF 24.06.2018
(riverflash) – Nascosta in un quadro per quasi quattro secoli e visibile per la prima volta anche grazie a un’immagine ottenuta con uno scanner a raggi X speciale chiamato Landis-X realizzato dai ricercatori dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Si tratta di una figura femminile dipinta e poi coperta, probabilmente un membro della famiglia raffigurata nel quadro “The Paston Treasure”, importante opera pittorica della storia dell’arte inglese realizzata su commissione di Sir William Paston da un pittore itinerante fiammingo nel XVII secolo. Al dipinto è dedicata una mostra che si è inaugurata sabato 23 giugno al Norwich Castle Museum, in Inghilterra, a cui l’opera appartiene e dove si sono svolte le analisi.
La scoperta si deve a un team di ricercatori dei Laboratori Nazionali del Sud dell’INFN e dell’Istituto per i beni archeologici e monumentali (IBAM) del CNR che, proprio per le grandi dimensioni della tela e la conseguente difficoltà di spostamento, sono volati a Norwich per studiare l’opera in vista del suo restauro.
“Nonostante le dimensioni importanti del dipinto, la tecnica di imaging real-time dello scanner mobile LANDIS-X ha permesso di documentare compiutamente l’opera” commenta Claudia Caliri dei Laboratori Nazionali del Sud dell’INFN. “Attraverso le immagini delle distribuzioni elementali ottenute durante le misure è stato possibile conoscere la natura dei pigmenti impiegati dall’artista e studiarne il suo processo creativo.”
Le analisi
I ricercatori hanno fotografato il “The Paston Treasure” con l’innovativo scanner LANDIS-X progettato e sviluppato nel laboratorio di analisi non distruttive (Landis) dei Laboratori Nazionali del Sud dell’INFN di cui porta il nome, in sinergia con il CNR; il laboratorio LANDIS fa parte della rete dell’INFN dedicata alle applicazioni per i beni culturali CHNET (Cultural Heritage Network).
“LANDIS-X è l’unico sistema mobile di fluorescenza X a scansione ultra-rapida basato su tecnologia real-time, in grado di fornire dal vivo a conservatori e storici dell’arte, le immagini della distribuzione dei pigmenti sulla superficie pittorica ad elevatissima risoluzione (fino a 30 micron)”, afferma Paolo Romano del CNR-IBAM, ideatore dello scanner e responsabile delle misure MA-XRF sul Paston Treasure. “I risultati ottenuti hanno consentito di studiare il processo pittorico dell’artista itinerante olandese e di verificare lo stato di conservazione dell’opera”.
La figura nascosta
In particolare è stato possibile, per la prima volta, evidenziare i dettagli pittorici (volto, pettinatura e abbigliamento) di una figura femminile, probabilmente un altro membro della famiglia Paston – precedentemente dipinta, ma non visibile nella composizione pittorica finale. La figura si trova in alto a destra in corrispondenza dell’orologio a parete (ricostruzione in allegato). Le immagini fornite dai ricercatori hanno permesso una ricostruzione completa di tutti gli strati pittorici e restituire l’opera alla sua originale composizione.
“Queste straordinarie immagini realizzate dai ricercatori italiani ci hanno consentito di ricostruire completamente tutti gli strati pittorici e riportare alla luce la composizione originale. Le immagini evidenziavano i dettagli pittorici di una donna, come il viso, il fatto che portasse un vestito rosso e un’acconciatura dei capelli ornata da foglie decorative” sottolinea Francesca Vanke, Conservatrice e curatrice delle arti decorative al Norwich Castle Museum.
Ci sono diverse ipotesi sulla donna nascosta nel dipinto, potrebbe ritrarre una persona reale o una figura allegorica o entrambe. Se si trattasse di una persona realmente esistita la candidata più probabile è Lady Margaret Paston, seconda moglie di Sir William Paston il committente del dipinto.
La tavolozza dei pigmenti
Ma il volto di donna nascosto non è l’unico dettaglio importante emerso dallo studio del dipinto. Le immagini ai raggi X (corrispondenti a 6 milioni di misure effettuate sul dipinto in 16 ore) hanno permesso di identificare la tavolozza dei pigmenti tipica del periodo fiammingo, basata sull’uso di smalto a base di cobalto, resinato di rame, rosso vermiglio, giallo di stagno, orpimento e ocre.