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IL METODO STAMINA BOCCIATO DAL COMITATO SCIENTIFICO

stamina__gli_scienziati_si_appellano_a_balduzzi_959[1]AG.RF.(MP).12.09.2013

“riverflash” – Il metodo stamina, quello che utilizza le cellule staminali, messo a punto da Davide Vannoni, non avrebbe consistenza scientifica ed è quindi stato bocciato. Dunque il comitato scientifico per la sperimentazione del metodo, nominato dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha espresso parere negativo in merito andando controcorrente rispetto al via libera deciso invece dal Parlamento, nel mese di maggio scorso. Ma il presidente di Stamina Foundation, Vannoni,  non ci sta e accusa il comitato di non essere imparziale “visto che la maggior parte dei suoi membri si erano già dichiarati contrari prima di essere nominati a far parte del comitato, anche se l’ultima parola spetterà comunque al ministro Lorenzin. Stamina farà quindi ricorso al Tar per la nomina nel comitato di persone, secondo loro, non imparziali. Il Presidente di Stamina ha infatti dichiarato che la decisione era quasi scontata, visto che la maggior parte dei suoi membri, si erano dimostrati contrari ancora prima di essere nominati all’interno del comitato e probabilmente per questo, Stamina farà ricorso al Tar in merito alla nomina di alcune persone “non imparziali” al suo interno. Anche Guido De Barros, papà della piccola Sofia, la bambina “simbolo” del metodo stamina, si è dimostrato “sconcertato” dalla decisione presa dal comitato, anche perché, “con questo metodo, sono in cura attualmente, circa 40 persone, senza effetti collaterali e con risultati evidenti: ecco perché per Stamina Foundation, questa bocciatura ha poca importanza proprio per il fatto che “ mentre il comitato e molte riviste scientifiche si sono pronunciati contro il metodo, accusandolo di mancanza di base scientifica, dall’altra parte ci sono le associazioni di malati e familiari a favore della libertà di cura con le staminali e quindi “alleate” con Vannoni. Nel frattempo ci sono tantissimi ricorsi ai giudici da parte di pazienti che vogliono ottenere il trattamento che attualmente viene praticato solo nell’ospedale civile di Brescia dove, come accennato prima, sono attualmente in cura 40 pazienti e 150 sono in lista d’attesa.

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