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“IL MERCANTE DI VENEZIA” AL GLOBE THEATRE – La recensione

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 di Valter Chiappa

(AG.R.F. 31/07/2016)

(riverflash)        Dopo un inizio di stagione inusuale ed eccezionale; dopo il fantastico “Re Lear” del divino Mariano Rigillo; dopo l’attesissimo ed osannato debutto nel suo teatro del Direttore artistico Gigi Proietti, che con “Edmund Kean” ha stipato i palchi in ogni ordine di posti, la regista Loredana Scaramella ripropone ”Il Mercante di Venezia”, da lei già presentato nella stagione 2008, con un nuovo allestimento.

Con questo spettacolo Il Globe Theatre è ritornato alla sua usuale produzione, caratterizzata da quella sapiente commistione fra fedeltà al testo, rigore filologico, talora anche sperimentazione ed allestimenti accessibili e disposti ad incontrare il gusto del pubblico. Saper vendere Shakespeare; oltre a costituire un modello cui guardare per la sostenibilità economica dell’attività teatrale, è la ricetta vincente che ha determinato il successo in questi anni della struttura e ha cementato l’affezione di un pubblico vasto ed ormai consolidato.

Nella nuova versione, l’ambientazione viene arditamente spostata alla fine dell’Ottocento, l’epoca dell’affermazione a livello mondiale degli scambi commerciali, per questo ritenuta idonea dalla regista a collocarvi una vicenda in cui il tema portante è la mercificazione di ogni cosa.

Perché il denaro che muove il mondo. Come è noto, l’intera storia è costruita su un travaso di ducati: Bassanio (Mauro Santopietro) ha bisogno di soldi per accedere alla corte di Porzia (Sara Putignano); il Mercante Antonio (Fausto Cabra) si fa garante di quella somma presso l’usuraio ebreo Shylock (Carlo Ragone), in nome del poco sottinteso amore per Bassanio. Denaro per amore, amore per denaro. Focalizzandosi così sui due poli di questo scambio intrinsecamente perverso, colui che possiede il denaro materialmente e colui che lo ha solo in potenza, viene ridata centralità al personaggio che dà titolo all’opera: Antonio, il gentiluomo dalla natura triste, affianco a quello che è invece il protagonista più iconico e storicamente più dibattuto, l’ebreo Shylock. Ma il marcio di quella logica, fino ad allora sotteso, si ingigantisce e si palesa quando Shylock mette sul piatto della bilancia la sua paradossale penale: una libbra di carne, 450 grammi, il peso di un cuore. Si può scambiare il cuore per denaro? La giustizia degli uomini parrebbe dire di sì.

Sarà una donna, Porzia, la vera eroina della commedia, che, nei panni di un saggio giudice, darà la giusta risposta, ristabilendo la priorità dei valori del cuore, che la legge del denaro aveva oscurato. Porzia che aveva scelto l’amore di Bassanio senza curarsi delle sue fortune; che per la sua preziosa consulenza rifiuta ogni compenso, se non un simbolico anello; Porzia insegna al pubblico e al mondo che l’amore non può essere oggetto di contrattazione e fa punire Shylock per la sua sacrilega proposta.

Gli uomini invece sono, tutti, sia colpevoli che vittime: gli apparenti eroi positivi pagano il fio di aver obbedito agli ordini di Mammona; per converso, il villain predeterminato, l’inflessibile usuraio, subisce la discriminazione antisemita che ne accende l’inestinguibile rancore. E i due fautori dello scambio sono entrambi puniti: entrambi abbandonati, entrambi privati dell’oggetto del loro amore: Shylock della figlia e delle ricchezze, Antonio di Bassanio; l’ebreo destinato ad una inappellabile emarginazione, il Mercante condannato ad un’eterna tristezza.

Nella sua versione, la Scaramella preferisce insistere sul registro leggero, dando spazio ad esilaranti siparietti comici, quale quello dei pretendenti di Porzia ed animando la narrazione con intermezzi musicali, motivi kletzmer ed arie operistiche. È la ricetta che la regista ha utilizzato in “Molto rumore per nulla”, clamoroso successo nelle ultime stagioni, e, si sa, ricetta vincente non si cambia; ma in questo caso nell’operazione si perde in parte la tensione drammatica che attraversa la narrazione di un testo così carico di sfaccettature, diversamente riletto ed ampiamente dibattuto nel corso dei secoli.

Nessuna ombra invece sugli interpreti.Quello shakespeariano “è un teatro fatto di attori”, dice la regista introducendo lo spettacolo al pubblico. E gli attori rispondono. Fra le interpretazioni svetta quella di Sara Putignano, che infonde al ruolo di Porzia una personalità che pare appartenerle naturalmente, dominando la scena con la presenza e con la voce. Ben la affianca Loredana Piedimonte, che mette l’istintiva verve a servizio del personaggio dell’arguta servitrice Nerissa. Carlo Ragone, riposto nella valigia dell’attore l’usuale istrionismo, delimita la grettezza di Shylock all’interno di una recitazione rigorosa, misurata ed affilata. Fausto Cabra e Mauro Santopietro, il primo anche bravo ad ammantarsi di una inconsolabile malinconia, sono particolarmente efficaci nel dipingere l’intesa inconfessabile fra i loro personaggi.

Doverosa però la menzione per tutti: la brava e bella Mimosa Campironi, (Jessica), il funambolico ed  applauditissimo Federico Tolardo (Lancillotto); i brillanti Paolo Giangrasso (Marocco) e Diego Facciotti (Aragona) che, con i loro esilaranti accenti esotici, accendono l’ilarità del pubblico; e poi Roberto Mantovani (il Doge), Fabio Mascagni (Solanio), Ivan Olivieri (Salerio), Antonio Tintis (Graziano); per ultimi, ma non per importanza per il ruolo che la regista gli assegna, i musici (Adriano Dragotta, Lorenzo Perracino, Franco Tinto), cui si unisce la meravigliosa voce di Antonio Sapio (Stefano).

Uno spettacolo del Globe, e questo “Mercante” non è da meno, non solo dona gli immortali versi del Bardo, ma trasudando impegno, professionalità, arte, genera nello spettatore una partecipazione che travalica l’intrattenimento e diventa affetto duraturo per lìopera e per gli attori. Non c’è quindi da stupirsi se, anche stavolta, per l’ennesima volta, il Globe Theatre era stracolmo.

1 Commento »

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Una Risposta a ““IL MERCANTE DI VENEZIA” AL GLOBE THEATRE – La recensione”

  1. 1

    Luigi dice:

    Bell’articolo. Peccato non aver avuto la possibilità di vedere lo spettacolo

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