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IL GIORNO DI VIRGINIA RAGGI: A PROCESSO CON PROPOSTA DI CONDANNA A DIECI MESI – IL PM: “MENTI’ PER EVITARE DIMISSIONI”

AG.RF.(redazione).10.11.2018

“riverflash” – “E’ palese che si tratti di falso in atto pubblico: ha protetto Marra per proteggere se stessa”. E’ questa l’accusa rivolta alla sindaca Raggi dal pm Ielo, che ha chiesto 10 mesi di reclusione in caso di condanna. Il motivo? Avrebbe dichiarato il falso in merito alla nomina di Renato Marra, fratello del suo braccio destro Raffaele, alla direzione del dipartimento Turismo del Comune di Roma. Oggi la sentenza. Il processo è stato velocissimo, appena otto mesi e tra qualche ora, si conosceranno le sorti della sindaca: “Se condannata sarà fuori dal movimento”, dichiarano i vertici dei 5Stelle. Il magistrato ha ripercorso attentamente, il ruolo di Raffaele Marra che, secondo l’accusa, avrebbe avuto un ruolo nella nomina di suo fratello Renato a capo dell’ufficio Turismo. Proprio per questa nomina, viene tirata in ballo la Raggi,  accusata di aver dichiarato il falso in una nota all’anticorruzione capitolina in cui si assunse la piena paternità di quella nomina, escludendo qualsiasi ruolo del capo del personale. In pratica: “Marra ha “spinto” la nomina, ma la sindaca sapeva”, di questo è convinta la Procura di Roma ed ella quindi “mentì alla responsabile dell’Anticorruzione del Campidoglio nel dicembre del 2016” perché se avesse detto che la nomina di Renato Marra era stata gestita dal fratello Raffaele, sarebbe incorsa in un’inchiesta e “in base al codice etico allora vigente negli M5S, avrebbe dovuto dimettersi”, ha dichiarato in aula il procuratore aggiunto Paolo Ielo che ha chiesto alla corte l’acquisizione del codice etico M5S vigente nel 2016. La sindaca ribadisce che “il codice etico del 2016, relativamente agli indagati, non è stato mai applicato”. Ma cosa dice il codice etico? L’articolo 6 recita così: “È considerata grave ed incompatibile con il mantenimento di una carica elettiva quale portavoce del MoVimento 5 Stelle la condanna, anche solo in primo grado, per qualsiasi reato commesso con dolo”. Grave e incompatibile. Altra soluzione potrebbe essere l’autosospensione, che secondo il regolamento “può essere valutata quale comportamento suscettibile di attenuare la responsabilità disciplinare”. In questo caso spetterebbe a Beppe Grillo, garante del Movimento, a Luigi Di Maio, capo politico, e al collegio dei probiviri prendere una decisione. L’udienza si era aperta ieri mattina con la deposizione dell’ex capo di gabinetto Carla Romana Raineri che ricoprì il ruolo per circa un mese, subito dopo l’elezione della sindaca e si dimise in maniera polemica. La Raineri ha dichiarato di aver più volte provato di attirare l’attenzione della sindaca su tanti temi “Io ho cercato di intercettare l’attenzione della sindaca su tanti temi, tra i quali anche il riordino delle partecipate e i rifiuti, ma la sua risposta era sempre la stessa: “Ne parli con Marra o con un Romeo” ed ha anche aggiunto che, non potendo dialogare con il sindaco “doveva pregare per ottenere attenzione dei due, che si comportavano in modo autoritario e arrogante, e “invece di consigliare il sindaco, dovevo farmi consigliare da loro”. La Raggi dal canto suo ha subito replicato a queste accuse, definendo “surreali” le dichiarazioni di Raineri: In questo processo si parla di un mio presunto falso e per quatto ore abbiamo ascoltato parole simili a gossip. Non ho mai risposto alle interviste rilasciate, a volte mordendomi la lingua, per le cose palesemente false affermate”, e ancora: Non conoscevo la dottoressa Raineri e mi era sembrata una persona molto preparata, per me era una opportunità avere un magistrato di primaria importanza come capo di Gabinetto. Anche se trovai subito strano il fatto che quando chi hanno presentate disse, ‘non ti preoccupare starò qui al massimo 1 anno, 1 anno e mezzo”. La parola spetta ora al giudice che dovrà dare una risposta alla Raggi e ai romani, a chi la sostiene e a chi la contesta.

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