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IL FASCINO DELLA NOTTE IN MOSTRA A VICENZA: DAGLI EGIZI A VAN GOGH

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di Maria Michela D’Alessandro (AG.RF. 30.12.2014) (river flash) – Ci sono posti del mondo dove il sole non sorge mai, dove l’alba e il tramonto si mischiano, dove il giorno e la notte hanno lo stesso colore. Emblema del buio e del mistero, la notte nasconde, cela, ma regala la nascita di Gesù, in quella notte santa di tanto tempo fa. Una data simbolo, importante, giorno di apertura al pubblico della mostra “Tutankhamon Caravaggio Van Gogh. La sera e i notturni dagli egizi al novecento” alla Basilica Palladiana di Vicenza. Centoquindici opere provenienti da trenta musei di tutto il mondo per un’imperdibile esposizione.

Il curatore Marco Goldin, attraverso il tema della notte, è riuscito a richiamare millenni di storia non solo dell’arte, ma anche dell’uomo e a ripercorre la storia della pittura dal Cinquecento al Novecento. Le sei sezioni della mostra, ideate per l’esposizione non in modo cronologico ma tematico, accompagnano il visitatore in un allestimento che simula le notti del deserto, sotto un cielo stellato e persino con il suono del vento. Fino al 2 giugno 2015 la costruzione in pietra bianca di Piovene concepita nel Rinascimento da Andrea Palladio ospita una riflessione sulla notte, su quell’arco di tempo oscuro che è senza dubbio tra i temi principali nei pensieri di artisti e non solo.

Gli egizi erano coloro che interpretavano la notte attraverso le pitture parietali, in senso figurato, come cammino nell’oscurità di un dopo morte che invece si illumina con la resistenza delle immagini della vita, degli oggetti della vita, delle figure, dei segni, dei simboli. È questa la prima sezione della mostra, realizzata grazie alla collezione del Museum of Fine Arts di Boston, con ventidue tra sculture ed oggetti che regalano la possibilità di ammirare i ritratti del Fayum, le maschere funebri, i gioielli e i giochi dei bambini.

Da “La notte segue il fiume. Gli egizi e il lungo viaggio” si prosegue con le altre cinque sezioni. La seconda, intitolata “Figure sul limitare della vita. Da una finestra viene la notte”, è incentrata sulla vita di Cristo e propone opere realizzate tra la fine del Quattrocento e il Novecento. “Il bianco e il nero della notte. Una mano incide una lastra” è la terza sezione, che presenta sedici opere e due focus, uno su Rembrandt e l’altro su Piranesi. La quarta sezione, “Di lune e di stelle. E di tramonti prima. Il secolo della natura mentre viene sera”, è dedicata alla pittura ottocentesca, con i capolavori di Turner e Friedrich, Monet, Corot, Millet e Van Gogh. “Sere e notti del Novecento. Il cielo e lo spirito” ci porta invece in due continenti, da Rothko a Noland e a Morris Louis in America, fino a De Staël in Europa per ripercorrere il secondo Novecento e tutto quello che il sentimento notturno ha portato con sé. “In queste sere e notti ci si perde. La mostra in una stanza” è il titolo della sesta ed ultima sezione della mostra, dove i più grandi pittori si incontrano per lasciarci senza fiato e immergerci nel buio: Luca Giordano, Cèzanne, Bacon, Gauguin, Caravaggio e Van Gogh sembrano comunicare tra loro attraverso i loro capolavori che parlano della notte, che segna le lancette di un pennello che riempie il tempo e la tela.

La mostra è promossa dalla Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, in collaborazione con il Comune di Vicenza e con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Verona Vicenza Belluno e Ancona, ed è la terza organizzata in Basilica Palladiana da Marco Goldin, ideatore e curatore dell’esposizione.

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