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IL DUO PIANISTICO AURELIO E PAOLO POLLICE HA SUONATO MUSICA DA FAVOLA

di Francesco Angellotti (AG.RF 08.04.2024)

(riverflash) -Una forma diversa per assorbire il contenuto musicale, riuscendo ad interpretarlo nel modo che ha spinto l’Autore a comporre gli spartiti. L’ambiente dev’essere adatto per non formare impatto tra l’armonia melodica e gli interventi, che potrebbero risultare troppo dotti e stigmatizzanti; in quanto il suono delle note è l’espressione più libera di quanto si può interpretare, lanciando la sofisticata dinamica, come si è instaurata nel ‘900, avendo protratto l’elaborazione fino ad arrivare a principi nuovi.

   Di Maurice Ravel sono state interpretate 5 arie da “Ma Mère l’Oye”, un pezzo famosissimo che ha dato modo al lettore dei testi di creare simbiosi con il pubblico, facendo partecipare i discorsi che i tasti avrebbero trasmesso, con incanto ricco di tecnica.

   Paragrafi di giochi di bambini, con incontri e racconti fiabeschi, racchiusi in una tecnica di cui i fratelli Pollice son maestri.

   L’autore successivo era un contemporaneo di Ravel, in quanto Ottorino Respighi nacque 4 anni dopo a Bologna, nel 1879, ed ha potuto tramandare composizioni fino ad 1 anno prima la fine di Ravel, abbandonando l’ambiente musicale a Roma nel 1936.

   Il musicologo Alberto Batisti, che ha rammentato i suoi trascorsi come “critico musicale”, ha ricordato la prima esecuzione del Concerto “I Pini di Roma”, per cui era necessaria una nutrita Orchestra; che per l’occasione era diretta dall’amico Bernardino Molinari, col quale è stata intensa e proficua la collaborazione. Alla “prima” diretta da Molinari, quando l’ambiente risentiva dell’influsso ideologico indotto dal Nuovo Regime, il Pubblico si è esaltato al 4° ed ultimo tempo, ove viene raccontato il volto elegiaco che assumono i Pini  lungo la via Appia, ove i legionari romani, dopo trionfi in battaglia, marciavano verso il Campidoglio. Anche se bisogna specificare che ne’ Respighi e nemmeno Molinari, erano aderenti all’Ideologia Fascista, non avendo preso nemmeno la Tessera di Partito, quasi obbligatoria.

   Ma da una magnifica composizione per Orchestra, i 4 tempi son stati trascritti “per pianoforte”, in modo che potessero essere eseguita nei salotti ove si riunivano intellettuali e musicisti, che scambiavano la dinamica della loro Cultura.

   Villa Borghese, le Catacombe, il Gianicolo e la via Appia hanno rappresentato diverse emozioni dalla trascinante partecipazione, ed il discorso di Respighi ha avuto modo di brillare in una musica ammaliante e soave, interpretata nel modo più rispondente alla poesia dell’Autore, essendo stata introdotta con un crescente oltremodo espansivo.

   Nell’ultimo brano interpretato, si è potuta notare una leggera anticipazione di date di nascita rispetto agli altri Autori, anche se l’ambiente ed il contesto musicale non divergeva nel periodo; si è trovato negli incontri culturali ove si recavano i primi due musicisti, anche Camille Saint-Saens, nato una quarantine d’anni prima, 1835, e terminando la carriera ad Algeri, nel 1921.   La fantasia dell’autore, che passava per travolgente e molto impegnata, si è voluta dare una digressione, facendosi trascinare nell’argomento a considerare l’allegria del Carnevale: in cui gli animali esprimono fantasia secondo stereotipi con cui son stigmatizzate le varie razze; che in effetti presentano caratteristiche assolutamente diverse, ma comunemente, passando tra 8 e 900, le considerazioni si basavano su effetti solo apparenti.

Tanti son stati i particolari che hanno dato risalto a varietà delle specie, compreso un Gran Finale in cui si è messa in luce una Festa quasi infantile; evidenziando, comunque, che il Mondo Animale prosegue amalgamato nella sua diversità.

   Lo spartito divergeva non poco da quelli che abitudinariamente proponeva Sain-Saens, per cui l’Autore preferì non dichiarare fosse lui il compositore; per mantenere una certa impostazione, che non smentisse la sua vena “seriosa”: finché gli riuscì

   Con tutto ciò, Le Carnaval des Animaux, grande fantasie zoologique, è un insieme di varii temi molto divertenti, a cui sarebbe facile associare giochi di bambini, allegri negli scherzi e nelle buffonate carnevalesche

   Un finale della serie delle rappresentazioni  tenute dalla Filarmonica Umbra, è stato il caso di mostrarlo Allegro, anche se ancora son in programma manifestazioni importantissime; ma è questo il significato che si può trarre dalla Musica: tanti possono essere i Generi, interpretati nel modo più artistico, ed è proprio nella sua espressività che dovremmo cercare di trovare il nostro contenuto più interiore: che invece circostanze aberranti costringono a ridurre a confronti distruttivi, causati da principi abominevoli, deturpanti la Civiltà.

 

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