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Il caso ALEX SCHWAZER: la verità è una lunga marcia

AG.RF 12.04.2023

(riverflash) – Il caso Alex Schwazer su Netflix, il docufilm che piacerà solo agli onesti.
Da giovedì 13 aprile su Netflix sarà visibile il docufilm che la piattaforma digitale più famosa del mondo ha opportunamente deciso di dedicare alla vicenda più complessa e vergognosa vissuta dallo sport mondiale. La storia del marciatore italiano Alex Schwazer, campione olimpico all’Olimpiade di Pechino 2008, caduto nella tentazione del doping prima dei Giochi di Londra 2012, quando fu lasciato incredibilmente solo e senza né controllo né appoggio, dalla Federatletica di allora. Segnalato da Sandro Donati fu controllato e trovato positivo alla vigilia dei Giochi 2012, di conseguenza squalificato.

Il caso Alex Schwazer – Il ritorno pulito con Donati

Prima della scadenza della squalifica quadriennale, Alex Schwazer decise e annunciò che sarebbe tornato alle gara solo se lo avesse allenato Sandro Donati, da sempre primo accusatore dei signori del doping, fin dal lontano 1987 quando la sua denuncia in merito a vicende inerenti alla Fidal allora presieduta da Primo Nebiolo, tra pratiche illecite e salto allungato all’azzurro Evangelisti nei Mondiali di Roma ’87, minò la sua carriera di tecnico in seno all’atletica italiana. Oltre naturalmente al fatto di aver rifiutato di sottoporre gli atleti che allenava a pratiche dopanti.

In tribunale da imputato ma poi assolto: nel 2016 non si dopò

Il giorno dopo la sua testimonianza presso il Tribunale di Bolzano, fu deciso un prelievo antidoping all’alba dell’1 gennaio 2016, cosa mai avvenuta prima. La festività creò lunghe ore di vuoto nella catena di custodia prevista dei regolamenti, creando la possibilità di manipolare le provette. Regolamento che fu violato fin dal principio, non mantenendo l’anonimato del prelievo. Alex Schwazer tornò alle gare stravicendo a maggio a Roma il Mondiale di marcia (ex Coppa del Mondo a squadre) e solo mesi dopo fu annunciata la sua positività, con tempistica e modalità che di fatto impedirono la sua partecipazione all’Olimpiade di Rio 2016, in un valzer di rinvii e pressappochismi, che evidenziarono anche gli esagerati costi che un atleta impegnato a veder affermata la sua innocenza, doveva sostenere presso i vari Tribunali. Ma ciò che avvenne dopo, quando il Gip Walter Pelino avendo compreso la situazione ed essendosi convinto del reale ruolo di Schwazer, decise di indagare anche con l’ausilio dei RIS di Parma.
Iaaf, Wada e Laboratorio di Colonia si rivelarono anche per la Giustizia italiana un muro scalfibile ma non abbattibile. Troppo fitta la ragnatela di opposizione, troppo ancora potenti i signori del doping, come li ha definiti Sandro Donati nel suo recente libro. In poche parole il potere economico che ha soppiantato quello dello sport.

Caso Alex Schwazer, gli sconfitti sono i veri vincitori

In questa vicenda gli sconfitti sarebbero in realtà gli unici vincitori di questa squallida vicenda: Schwazer voleva dimostrare che senza doping marciava anche più forte. C’è riuscito.
Donati voleva dimostrare che nonostante il dileggio e gli insulti, poteva essere uno straordinario tecnico anche nella marcia e senza doping. C’è riuscito.
Il Gip del Tribunale di Bolzano, Walter Pelino, ha trasformato l’imputato Schwazer in vittima. Con un verdetto di innocenza.
Gli sconfitti? Hanno perso la faccia ma nel gioco degli interessi questo non conta: Iaaf, Wada, Laboratorio di Colonia hanno potuto comportarsi nel modo in cui si sono comportati senza conseguenze, se non avallare presso chi ha giudicato senza essere coinvolto nella vicenda, un’idea precisa su cosa siano il doping e l’antidoping oggi. Riassumendo: con la vicenda Schwazer lo sport è morto, privato dell’idea di giustizia, Hanno perso la faccia anche tutti colori che, tra i media, non hanno voluto vedere, indagare, giudicare i fatti in maniera giornalisticamente deontologica invece che negare le evidenze, magari per semplici decennali amicizie o per convenienza.
Gli eticamente sconfitti hanno quindi vinto, perché continueranno ad agire indisturbati.

Il caso Schwazer, dal 13 aprile su Netflix.

Da golden boy dello sport italiano a delusione nazionale: Alex è caduto nel tranello del doping ma ce l’ha messa tutta per rialzarsi. A ostacolarlo, però, l’ombra di un complotto più grande di lui.

Il caso Alex Schwazer è la nuova docuserie prodotta da Indigo Stories, arriverà in esclusiva su Netflix dal 13 aprile 2023. La docuserie, ideata e diretta da Massimo Cappello, è un racconto senza filtri su ascesa, caduta e ricerca di redenzione di un atleta.

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