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IL CARTAGINESE ANNIBALE È L’ESEMPIO DI UN GENIO PERDENTE

di Francesco Angellotti (AG.RF 07.10.2023)

(riverflash) – Interessante il programma trasmesso su RAI Storia, in cui il prof. Barbero rispondeva a domande riguardo l’invasione di Annibale in Italia, documentato dall’alto della sua erudizione che l’ha posto all’apice dell’informazione: televisiva

   Le sue affermazioni son senz’altro erudite, illustrando la visione storica in maniera ricca e coerente, pur riportando gli avvenimenti con una dialettica facile da recepire, trattando gli eventi con chiarezza 

   Il professore, che tratta di molti argomenti sulle tematiche che gli vengon assegnate , ha risposto sull’impresa compiuta da Annibale, che invase l’Italia con un esercito di 26 000 militi e, incredibile dictu, 37 elefanti. La novità delle forze invasive sconvolse i Romani, che non si sarebbero mai aspettati di dover combattere contro un esercito guidato da questi enormi animali, che non si supponeva potessero traversare le Alpi; invece riuscirono ad arrivare in Italia dal passo Monginevro, o forse dal Piccolo S. Bernardo, condotti dal mitico Annibale, che a 9 anni fu convinto dal padre Amilcare a portare odio verso i Romani: essendo i nuovi antagonisti in tutta l’area mediterranea

   L’avventura di Annibale rimane impressa nella mente dai tempi di scuola; sgomina con le sue tattiche i Romani, condotti sempre da diversi comandanti che non riescono a fermare l’invasore. Vince sul Ticino, Trebbia, Trasimeno, quasi trovando adatta alla sua aggressività le zone T; lambisce Roma ma prosegue verso il sud, ed arriva in Puglia quando il Temporeggiatore, Quinto Fabio Massimo, assume una tattica costante ma non invasiva: dopo il capolavoro della battaglia di Canne che Annibale vinse distinguendo il suo genio militare. 

   Molti si chiedono come mai, sfiorando Roma, le truppe invasive han continuato fin in Puglia, e di qua si son ritirate a Capua, ove hanno “oziato” per anni, sostenuti da centri vicini che mal sopportavano il dominio di Roma

   Forse a questo punto il prof. Barbero sarebbe dovuto essere più ampio nell’illustrare più accuratamente gli ozi di Capua, oltre ad eventualità giunte improvvisamente, e problemi analoghi a cui i Cartaginesi avrebbero potuto prevedere

   Va bene la riorganizzazione delle truppe, che si son trovate in ambiente amico;  certo dopo un percorso così lungo e difficile, calcolando che con gli elefanti han traversato montagne innevate ed intrapreso cruenti battaglie: per un momento di riorganizzazione i soldati avevan bisogno di ritrovar compattezza; ma appare controproducente che si siano lasciati andare per tutti gli anni che son passati, per divagarsi negli “ozi di Capua”. 

   Si cerca di adombrare che, dopo anni di combattimento, abbiano abbandonato la veste guerrafondaia per ammorbidirsi in una nuova realtà finalmente agiata. In questo il prof. Barbero non è stato specifico, in quanto ha supposto un tentativo d’accordo tra le due fazioni, per il fatto che Annibale non avrebbe mai voluto dirigersi a Roma, che vestiva una figura così dominante.

   E’ una opinione difficile da sostenere quella che dopo tanti anni di lotte nelle condizioni più avverse, lontani da casa e dalla famiglia, l’intento finale si sia ridotto ad un armistizio, casomai nella concessione delle vie di navigazione e le esportazioni.

   Annibale aveva giurato odio verso Roma, senza se e senza ma: provocando la catastrofe della Guerra. Ma allora perché son andati a Capua, lasciando programmare ai Romani una spedizione in cui Scipione alla fine ha distrutto Cartagine? 

   A questo punto Annibale è stato costretto a tornare in Patria, non osando lui stesso dirigersi a devastare Roma che probabilmente aveva eretto difese adeguate. La Storia narra che la Città Africana fu rasa al suolo (delenda Cartago); dicono anche per divergenze degli Aristocratici con lo stesso Annibale; che si è dovuto impegnare per ridare luce a quella che era stata una Città, ma dopo diverse traversie è morto pare avvelenato nel 183 a.C.n.

   Tutto ciò non chiarisce il motivo di una così lunga pausa dal bellum, in quanto le presunte spiegazioni sembrano infantili. Eppure storicamente non è un mistero l’Epidemia che colpì gli Invasori, prima di giungere nei pressi di Roma: per cui hanno tirato dritto e sono andati in Città Amiche, sperando di poter tornare pericolosi dal Nemico

   Sappiam bene cosa vuol dire un morbo devastante che colpisce senza vi sia modo di evitarlo, ne abbiamo recente esperienza. Due secoli ante Cristum natum, non c’era nemmeno coscienza della provenienza del male; non solo non si sapeva come curarlo, mentre adesso ci sono medicine che agiscono … forse, quando và bene; ma non si concepiva come poteva trasmettersi il contagio, stando quindi confusi sani e malati. Immaginate quanti ne son morti, e quanti debilitati.

   A Capua i  Cartaginesi non stavano a divertirsi, cercando di riportare l’Esercito all’ efficenza:  ormai persa dopo tanti anni di battaglie, condotte in condizioni precarie ed in ambienti sudici, immersi nella suzzimma. Solo che quando son stati avvertiti d’essere attaccati nella loro Terra, non potevano lasciarla in pasto agli Invasori e son tornati, non ancora al 100 per 100.

   Non è un particolare che può essere taciuto, per chissà quale motivo; non è mai stato raccontato, e la Storia è sempre mancata di un particolare, che scartabellando risulta evidente. Non viene denigrata la capacità tattica di un condottiero come Annibale, anche se dalle Truppe ha preteso troppo e per questo si son dovuti  fermare; ma destreggiandosi in Battaglia si è distinto ; anche tornato a Cartagine, ove il contrasto con i Politici gli crearono problemi nella catastrofe.

   Gli avvenimenti son stati riportati esattamente, essendo avvenuti cambiamenti per cui Roma aveva tutto il Mediterraneo nella sua area di Potere. Ma se fossero chiari fino in fondo i frangenti che hanno condizionato l’accaduto, e non fossero mistificati tacendo particolari scomodi, sarebbe più chiara la Linea da seguire attualmente

   L’accortezza in questi frangenti sarebbe più mirata, certo non sconclusionata come han obbligato senza raziocinio; e l’ottica verso le Epidemie sarebbe più chiara, essendo ormai nota la via percorsa da un Virus; che non si può evitare recitando formule magiche, ma le condizioni che le attirano non verrebbero perseguite incoscientemente: e questo sarebbe il punto. Se adesso l’Igiene è certo più curata dello schifo a cui si è costretti in guerra, ci sono altre fonti molto più velenose che vengon per forza respirate; come tante sostanze acide vengon ingerite in ambienti invasi dalle “polveri sottili”; si producono sostanze che non si sopportano. Dato che certe verità non si vogliono scoprire, in quanto sconvolgerebbero l’equilibrio che si è incastrato, meglio tacere, andando tutti tranquilli a Capua per star contenti.

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