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I MARO’ INCONTRANO DELEGAZIONE ITALIANA. “SOFFRIAMO CON DIGNITA'”

AG RF FT 28.01.2014 10.4mar0

(RIVERFLASH)”Siamo soldati, soldati italiani, dobbiamo soffrire con dignità”. Così il marò Massimiliano Latorre esprime il suo dolore nell’incontro durato poco più di un’ora con i parlamentari italiani giunti a New Delhi. “Ci auguriamo di tornare con onore”, ha aggiunto. Mentre Salvatore Girone commenta: “Molti indiani ci apprezzano come persone, in tanti pregano per noi”. Alla delegazione hanno fatto sapere come da tempo aspettassero un’iniziativa unitaria. “Non immaginate quanto sia importante per noi questa missione, ci fa sentire la voce dell’Italia”.

La visita della delegazione italiana è stata organizzata per esprimere solidarietà ai due fucilieri di Marina, arrestati per l’uccisione di due pescatori, e per dimostrare alle autorità indiane che sulla vicenda l’Italia ha una posizione unitaria. I parlamentari, guidati dai presidenti delle commissioni Esteri di Camera e Senato erano accompagnati da un gruppo di giornalisti. È una missione unitaria, alla quale partecipano rappresentanti di tutte le forze parlamentari. La delegazione  ha incontrato i due militari nel complesso della sede diplomatica italiana, dove risiedono da circa un anno. Il programma prevede successivamente anche incontri con alcuni ambasciatori europei.

La vicenda dei marò nasce “da una legge più che discutibile, mi riferisco alla legge La Russa”, un decreto “che prevedeva inopinatamente militari su navi civili senza stabilire per bene le linee di comando”. Ma tutto questo, ha aggiunto, “sarà utile rivederlo a conclusione, io credo positiva, della vicenda” perché certamente “vi sono molti punti da chiarire nella gestione del caso.”

Intanto i media indiani parlano dei problemi che la vicenda sta causando al governo di New Delhi. Secondo l’Hindustan Times, l’esecutivo “si è cacciato in groviglio” e ha difficoltà a trovare una soluzione allo stallo del processo entro il 3 febbraio, come stabilito dalla Corte suprema. Il nodo risiederebbe nella decisione iniziale di affidare il caso alla Nia, un’agenzia antiterrorismo che, come prevede il suo statuto, può invocare soltanto leggi antiterrorismo come il “Sua Act” per gli atti di pirateria in acque internazionali, che prevede la pena di morte in caso di omicidio.

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