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I GIALLI DI CINEMA AL BELVEDERE: «TESTIMONE D’ACCUSA» DI BILLY WILDER

AG.RF  26.08.2013 (A.V.)

(riverflash) – Agatha Christie riteneva che «Testimone d’accusa» fosse la migliore trasposizione cinematografica di una sua opera ed è il film che stasera, lunedì 26 agosto, propone a Roma, ore 21,30, «Cinema al Belvedere», rassegna di film gialli d’autore giunta alla 17ª esima edizione. Un cast di star, visto che i protagonisti sono Tyrone Power e Marlene Dietrich, mentre la regia è di Billy Wilder (1906-2002), austriaco nato in Polonia e naturalizzato americano. Di famiglia ebraica andò negli USA per sfuggire alle leggi razziste. Vinse l’Oscar per l regia nel 1946 con «Giorni Perduti» e nel 1961 con «L’Appartamento».

Il titolo originale di «Testimone d’accusa» è «Witness for the Prosecution», lo stesso della piéce teatrale di Agatha Christie.

Questa la trama.

Sir Wilfrid Robarts (Charles Laughton), un avvocato penalista di successo, torna al lavoro dopo settimane di degenza forzata in ospedale, in seguito a un infarto. Più deciso che mai a riprendere in mano casi e reputazione il più in fretta possibile, ignorando le disposizioni del proprio medico e della coriacea e petulante infermiera Miss Plimsoll (Elsa Lanchester), Robarts accetta di ricevere in studio il collega e procuratore Mayhew, che intende affidargli la difesa dello squattrinato e ingenuo Leonard Vole (Tyrone Power), accusato dell’omicidio di Emily French, una ricca vedova.

La colpevolezza di Vole sembra lampante, ma Sir Wilfrid è attratto dalla sfida professionale e, dopo qualche titubanza e malgrado l’ostinata opposizione di Miss Plimsoll, accetta di assumere la difesa di Vole, coadiuvato dal collega Brogan-Moore (John Williams). Vole viene tratto in arresto quando si scopre che la French gli ha lasciato in eredità la somma di 80.000 sterline, e la sua posizione si aggrava. Ma a fornirgli un alibi è la moglie Christine Helm (Marlene Dietrich), che si presenta nello studio di Sir Wilfrid, affermando, pur senza particolare convinzione, di aver visto tornare a casa il marito all’ora esatta in cui veniva commesso il delitto.

Poiché la testimonianza in tribunale a favore del proprio coniuge non è consentita dalla legge, Sir Wilfrid non potrà farla testimoniare a favore del marito; si scoprirà comunque che la donna non era la legittima moglie di Vole, ma si era fatta sposare da lui avendo già un marito, per poter lasciare la Germania distrutta dalla guerra e trovare una vita serena in Inghilterra. Il processo inizia e vengono ascoltati in aula i testimoni, tra cui Janet McKenzie (Una O’Connor), la governante di Emily French, che si dimostra ostile nei confronti dell’imputato. A sorpresa, l’accusa chiama a deporre proprio Christine Vole, la quale cambia inaspettatamente versione, negando di essere legalmente sposata con l’imputato e affermando che Vole in realtà è tornato a casa circa quarantacinque minuti dopo rispetto a quanto riferito in precedenza, con gli abiti insanguinati.

L’inattesa testimonianza a suo sfavore fa precipitare Vole nella disperazione, mentre Sir Wilfrid vede vacillare la linea difensiva fino ad allora impostata, poiché la deposizione della fredda e determinata Christine Vole è risultata estremamente convincente. Sir Wilfrid viene quindi contattato da una misteriosa donna dall’accento cockney (dialetto stretto londinese), che dichiara di essere in possesso di una serie di lettere d’amore scritte dalla signora Vole al suo amante. Intravedendo la possibilità di screditare la testimonianza della Vole, Sir Wilfrid ottiene il carteggio, compresa una lettera in cui la Vole scrive espressamente di voler incastrare il marito con una falsa testimonianza per liberarsene, e lo presenta in tribunale, riuscendo abilmente a rovesciare la situazione e a scatenare l’indignazione del pubblico.

La giuria, impressionata dal clamoroso crollo emotivo di Christine Vole, dalle cui lettere risulta evidente il desiderio di sbarazzarsi del marito, proclama Vole innocente ed emette un verdetto di non colpevolezza.

La rassegna di film gialli d’autore «Cinema al Belvedere» è a via del Colosseo 41 ed è iniziata il 1 luglio. Dopo aver tenuto compagnia ai romani per gran parte dell’estate, si concluderà il prossimo 31 agosto. Di alta suggestione il luogo dove vengono proiettati i film, su un prato all’inglese del Giardino Rivaldi racchiuso tra il Colosseo, i Fori Imperiali, la Basilica di Massenzio e Santa Francesca Romana. Oltre ad assistere alla proiezione si può cenare al ristorante o ascoltare musica al bar senza uscire dal Giardino Rivaldi.

Domani sera, martedì 27 agosto, la rassegna di film gialli d’autore a via del Colosseo 41 proporrà «Le Jene di Chicago», con la regia di Richard Fleischer.

Per maggiori informazioni sulla rassegna «Cinema al Belvedere», suggeriamo di consultare il sito: http://www.cinemaalbelvedere.it

 

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