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HERMANS FESTIVAL di COLLESCIPOLI: ENRICO CAPUANO e TAMMURRIATA ROCK

capuano enricodi Francesco Angellotti (AG.RF 14.06.2016)

(riverflash) – Sabato 11 giugno è il giorno in cui Hermans Festival esegue concerti bellissimi presso una delle due chiese di Collescipoli, ove  si sente realmente l’elevazione Celeste. Per questa sera era in programma il concerto di W. A. Mozart “Vesperae solenne de Confessore” KV 339, diretta da Fabio Ciofini, il musicista che tante volte abbiamo potuto apprezzare all’Istituto Briccialdi. Sarà sicuramente una serata dall’atmosfera idilliaca.

   Eppure, leggendo il programma di rievocazione dei 115 anni della formazione della FIOM, c’è da constatare che avrebbe concluso la 4 giorni d’impegno politico il concerto di Enrico Capuano, che sarebbe salito sul palco con il gruppo, da cui è stato dato nome ad un brano, Tammurriata Rock.

   L’accostamento tra la musica ritmica popolare come la Tammurriata e il Rock non è cosa facile; ma sapevamo come Enrico è riuscito nell’unione, perché già lo avevamo ascoltato recentemente qui in Umbria. Allora, con rammarico ma deciso nella scelta, sono andato a sentire Enrico Capuano: così invece di prendere la macchina sono bastati due passi a piedi fino a piazza Europa. Tra l’altro, tutto faceva parte della giornata, essendo stato alla conferenza sindacale nel pomeriggio.

   Sono arrivato presto, così ho potuto trovare un posticino seduto ov’erano i tavoli di una rosticceria, dato che i posti a sedere in piazza non li creano, e questa polemica già l’abbiamo presentata altre volte. Anche se questa volta, c’è da dire, la carenza è stata relativa, perché alla fine tutto il pubblico ballava, tra tammurriata, pizzica e quel che veniva.

   Sono contentissimo di avere assistito al concerto di Enrico, che sapevo quanto è bravo, presentando musiche tradizionali, rielaborate con un ritmo ed una vivacità che non deturpano il senso musicale, ma lo esaltano, perché rispettano le composizioni pur ampliando tecnicamente l’apporto strumentale.

   Il gruppo è formato da 4 componenti con strumento: Enrico alla chitarra, un basso, percussioni e un flauto. Sono tutti bravissimi ed ognuno ha potuto mostrare la propria abilità in pezzi d’esecuzione particolari; eppure, forse per l’ inusualità dell’insieme, il flauto creava ritmi molto particolari, suonato benissimo, in modo trascinante.

   Unica cosa, e vorrei che Enrico mi rispondesse come mi ha promesso, mi ha destato stupore il numero d’improvvisazioni che sono state suonate. Io so che uno strumento, quando vuole improvvisare, bisogna che sia interpretato da una persona preparata e dalla creatività immediata; ma quando a suonare si è in 4, non è facile che tutti gli strumentisti improvvisino sulla stessa lunghezza d’onda. O forse, ci viene da pensare, improvvisazione comporta variazioni tematiche su una linea scandita, allora è più normale.

   Comunque le musiche erano veramente molto belle, partite (molte) dalla tradizione, rielaborate con entusiasmo, trascinanti al movimento; tanto che alla fine tutta la piazza ballava; chi la tammurriata, chi la pizzica, chi la tarantella, chi il rock, praticamente ognuno si scoteva a ritmo come l’entusiasmo conduceva nella spontaneità. E questo è un risultato importante per quel che è il significato della musica.

   Quindi è lampante che Enrico porta avanti un senso della Musica che affonda il contenuto e l’espressione nel popolare, accompagnata quindi egregiamente da una ragazza che balla scatenata e canta trascinando all’entusiasmo.

   L’importanza di queste esibizioni musicali è nel contenuto che trasmettono; Enrico l’ha accennato lanciando messaggi dal palco, e noi abbiamo estremizzato il significato, credendo, al suon di musica, d’interpretare il senso che ho percepito nella Festa della Musica: Entriamo nella nostra Realtà, Identifichiamoci da Uomini ed assorbiamo il contenuto esistenziale della nostra fuggevole presenza su questa Terra; quindi, non lasciamoci inquadrare dalle sovrastrutture e dagli archetipi che spersonalizzano e limitano la libertà d’espressione; balliamo tutti insieme, liberiamoci nel Cielo e arriviamo alla Contentezza: di stare assieme tutti noi che viviamo, conducendo un’esistenza verso l’Unione e la Comprensione reciproca, che è l’unica via che porta, attraverso la Pace, alla Gioia.

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