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HERMANS FESTIVAL A COLLESCIPOLI: l’armonia di Gabriele Catalucci, maestro organista

catalucci organistadi Francesco Angellotti (AG.RF 09.12.2015) ore 16:57

(riverflash) – Il giusto sistema per elevare l’Anima, è ascoltare Musica. Non lo dico in tono polemico, rivolto a chi preferisce altre manifestazioni, a mio avviso discutibili: per il discorso causa\effetto. Quel che si sceglie, si può obbiettare, ma è giusto seguirlo. Io scelgo la Musica, di (quasi) ogni genere, ma con un significato, eseguita correttamente. Abbiamo trovato a Terni e dintorni una culla in cui la Musica raggiunge i poli opposti: dalla più scadente che tende ad inebetire le Masse, alla più esaltante, interpretata con Arte, frutto di Studi attenti, ad alto livello.

   E’ importante, per quanto riguarda questo secondo genere, apprezzare l’iniziativa Hermans Festival 2015, che si svolge a Collescipoli nella Collegiata di San Nicolò, protettore del Paese, ed in quella di S.Maria Maggiore. Della bellezza straordinaria del primo complesso, già abbiamo parlato per altri eventi coordinati sempre per la stessa iniziativa. Ma l’effetto di S.Maria Maggiore ci ha lasciati abbagliati,  alla prima occhiata. Da fuori, vedi una bella Chiesa d’Epoca, come ce ne stanno tante  (in Umbria); entri, e rimani irrorato da una Magnificenza che domina tutto l’ambiente. Un attimo che ti scuoti, ed ammiri infiniti particolari, ma tutti insieme hanno svolto il classico effetto Barocco; non esagerando nella sovrabbondanza stucchevole, ma invadendo di luce e colori fino all’esaltazione. Aggiusti, e rifacimenti ne sono stati fatti parecchi, in diverse epoche; ma riusciti benissimo, rispettando la dimensione e l’armoniosità.

   Martedì 8 dicembre, ricco è stato il programma presentato all’ascolto di un folto pubblico; il concerto all’Organo è stato arricchito dalla partecipazione del selezionato Coro da Camera Canticum Novum, che in un brano si è avvalso dell’accompagnamento di Alessandra Montani al violoncello, tutti diretti da Fabio Ciofini.

 catalucci gabriele  Una citazione a parte merita l’organista, maestro Gabriele Catalucci, che tante volte abbiamo chiamato in causa come coordinatore dell’Istituto Briccialdi, ove è titolare della cattedra di “Teorie e Tecniche dell’Armonia”, è insegnante di “Clavicembalo e Tastiere Storiche” ed è direttore dell’Accademia. Inoltre, è direttore artistico dell’ Ass. Amerina Umbra e dell’Accademia Organistica Umbra. Altre cariche importanti, che inutile dilungarsi a enunciare; questo dà dimensione del personaggio, per cui siamo rammaricati che solo un altro anno, poi dovrà lasciare la funzione di presidente dell’Istituto Briccialdi; che ha avuto una spinta notevole sotto la sua guida. Il maestro Catalucci è contento di poter incentrare il suo impegno nell’esecuzione su organo e strumenti antichi; ma non può non essere soddisfatto dei risultati dei suoi allievi, riusciti a mettersi in luce durante il periodo della sua carica;  dopo rielezione per un secondo mandato, adesso per regolamento non può più essere parte dell’Istituto. C’è da dire che questa forma è stata conseguita da non molto, e non so se sostenerla; perché, faccio un esempio, alla sua formazione nel 1925, presso Santa Cecilia fu eletto il suo fondatore mio (pro)zio Bernardino Molinari; che mantenne la carica per 26 anni, finché poté dirigere. Adesso, dopo molti illustri personaggi, siamo arrivati a veder eletto Antonio Pappano. A Voi il giudizio.

   Comunque è giusto far notare anche il Coro da Camera Canticum Novum: 16 coristi selezionati che si sono esibiti nei brani per Voci, che erano molto particolari,  anche se di un periodo caratteristico per questo tipo di composizioni, perché  tutti del ‘5-‘600, tranne 2 moderni. I cantori del Canticum Novum sono stati bravissimi, forse perche Fabio Ciofini ha impostato artisticamente il tutto.

   Poco spazio ancora per far ascoltare nell’Anima le esecuzioni. Eppure sarebbe importante.

   Ha iniziato il maestro Catalucci con 7 pezzi all’Organo, sul quale non c’è modo di parlare ma è un pezzo storico bellissimo, restaurato in modo perfetto anche nell’audio. All’esordio, un Innus Maris Stella di Cavazzoni, di dubbia data di nascita ma senz’altro morto nel 1577: una classica ispirazione dell’epoca con articolazioni musicali molto importanti. Ancora un autore nato nel 1545 e morto nel 1607, che riprendendo un quattro sopra Ave Maris Stella lo ha reso in una Fantasia, in cui le modulazioni di tono erano più giocose. Frescobaldi è stato un autore dominante nell’epoca (1583-1643), ed è stata suonata la Toccata V, che non dava spazio a repliche. Bizzarra la vita e le composizioni di Banchieri (1568-1634), che concluse la sua dialettica intellettuale partendo come monaco tibetano; compose la musica “Caro Cielo\Terra”, ed è stato fatto ascoltare “Toccata I del III tono alla levatione del SS Sacramento”, un pezzo che non pone alternative; poi “Canzone XI. La Organistina bella. In Echo”, un’ armonia che fa sognare d’ascendere celestialmente al Cielo. Ancora Frescobaldi con 3 pezzi: “Toccata IV per l’Organo da sonarsi all’Elevazione”,  “Bergamasca” dai Fiori Musicali, “Inno (ancora) Ave Maris Stella”; tre tempi diversi, in cui si notano i passi brevi, decisi, altrimenti dialoganti, poi un discorso articolato sulle note che concludono con una variatio di armonie oscillanti dolcemente. Difficile datare nascita e morte di Anonimo, di cui però si è certi della sua presenza nel sec. XII; la sua musica non so da chi è stata intitolata Daphne, ed ispira a sogni lontani e tenui, essenzialmente languidi. Modernissimo Bardos, che nacque ancora nel 1899, ma morì nel 1986; del compositore ungherese è stato suonato “Eli, Eli”, che mi ha dato l’impressione di un moto con brio, anche se su diversi toni si sono scanditi diversi temi. Nel 1660 nacque Scarlatti padre, Antonio, che morì nel 1725; molto convinto il suo incitamento in “Exultate Deo”, un tema mistico in cui Organo e Coro alternavano i tempi. E’ stato inserito un componimento moderno, ma non ha dato scandalo, perché s’inseriva benissimo nel discorso musicale; Gjelio nel 1978 ha composto “O Magnum Misterium”, ed è stata un’esecuzione che ha fatto notare quanto bravi e preparati fossero i coristi; perché le 16 voci si trovavano contemporaneamente a cantare su scale diverse; sono stati perfettamente musicali in tutta l’alternanza dei moti e dei ritmi. Di nuovo Scarlatti con la Toccata “Grave-Allegro-Presto” , iniziata imperiosamente come Toccata vuole, proseguita molto frivola e briosa. Dopo il padre, il figlio:Domenico Scarlatti, che vide la luce nel 1665, sesto giunto con altri 7 fratelli, che si spense nel 1757; nella “Sonata in Sol maggiore” si nota la sua estrazione, e su un tema base, articola tante variazioni, che ritornano sempre sulle stesse note. Conclusione con Storace, sempre del 1637 e deceduto nel 1707; è stato interpretato il “Ballo della Battaglia”, che chiaramente doveva imprimere agli ascoltatori una carica impavida per lanciarsi verso la Gloria.

   Un concerto difficile, ma dal successo strepitoso solo perché eseguito da una mano agilissima sui tasti, accompagnata da Voci delicatissime d’alta scuola; in cui, è giusto dirlo, nel pezzo più moderno di Gjelio erano accompagnate da Alessandra Montani, bravissima al violoncello. Gli applausi hanno richiamato gli artisti sulla scena. Questa volta, per il bis, Gabriele Catalucci si è adeguato all’Organo al lato nell’abside; un po’ più piccolino, niente a che vedere; ma è stato presentato un pezzo, forse poco da finale, ma bellissimo, di quelli core a core; non so dir l’autore, ma era molto lieve, delicato, sulle ali di una lieve brezza lungo il lago.

   Vorrei raccontare di più, perché sono momenti che riempiono il cuore; dirò solamente che, oltre tante diatribe che farebbero solo ridere se non facessero piangere, sarebbe utile che l’Umanità trovasse il senso di se stessa, e partecipasse la sua dimensione, facendosi trasportare sulle ali della Musica.

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