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GUIDONIA-MONTECELIO: IL SINDACO ELARGIVA SOLDI PUBBLICI AI SUOI AMICI COSTRUTTORI

rubeis eligiodi Simona Boenzi (AG.RF 03.12.2014) ore 22:48

(riverflash) – Dovranno risarcire al Comune ben 10mila 910 euro. Lo stabilisce la Corte dei Conti con la sentenza 823 del 19 novembre. Chi sono? Il sindaco di Guidonia Montecelio Eligio Rubeis, il dirigente all’Urbanistica Umberto Ferrucci e l’assessore all’Urbanistica Massimo Casavecchia. Per quale motivo? Hanno intentato una causa “persa” in partenza nel tentativo di salvare una sopraelevazione di due piani ad un palazzo di un costruttore privato, intentando ricorsi e ricorsi coi soldi pubblici, a sentenze praticamente inappellabili, a detta degli stessi legali. Si parla di un chiaro abuso edilizio, riconosciuto già dalla Procura nel 2012, quando il gip Alfredo Maria Bonagura ordina il sequestro dello stabile su richiesta del pm Stefania Stefanìa. Il costruttore Stefano Pascucci viene indagato per abuso edilizio insieme allo stesso dirigente Ferrucci. I magistrati all’epoca hanno ritenuto il dirigente colpevole per aver firmato una concessione illegittima – la 114 – a costruire un piano in più, e per non aver impedito successivamente l’autorizzazione della Scia 15782 del 2011. Dall’altro fronte, Giuseppe Cornetto Bourlot, il proprietario di tenuta sant’Antonio, ex villa Cornetto, storica e lussuosa villa adiacente la costruzione “rialzata”, intenta una lotta legale sulla illegittimità di quella costruzione e dove il Tar gli darà ragione ben due volte. La prima, il 4 maggio 2012 sentenza numero 4007, la seconda, la 1239, del 13 marzo 2014. In entrambe le situazioni i giudici hanno riconosciuto che la palazzina di Pascucci si trova in un’area posta a vincolo archeologico, per questo motivo il dirigente avrebbe dovuto richiedere l’autorizzazione alla sovrintendenza dei beni archeologici. Ma tutto questo, sindaco, assessore e dirigente lo sapevano. Infatti, nonostante il parere avverso dell’avvocato dell’Ente Antonella Auciello che tentò di convincere il Primo Cittadino a non fare ricorso in Appello su una sentenza che avrebbe palesemente perso, intentò contenziosi campati per aria sia al Consiglio di Stato che al Tribunale Amministrativo del Lazio, coi soldi dei contribuenti, oltre 13mila euro. Inoltre i giudici della Corte dei Conti hanno riconosciuto gravi responsabilità anche all’assessore all’Urbanistica Massimo Casavecchia per aver votato in giunta “chiudendo un occhio “ (e anche l’altro) il volere del suo dirigente. Come assessore non ha vigilato per niente sul suo settore. Stesso trattamento al Primo Cittadino che, nonostante il suo difensore Michele Venturiello tentò di far passare la tesi del “ non è competenza sua ma dell’Urbanistica” e le firme erano “atti dovuti”. Tutto smontato: il sindaco è responsabile dell’Amministrazione e non un esecutore delle decisioni altrui. Deve assumersi tutte le responsabilità in merito al funzionamento dei servizi e non restare passivo come ha fatto in questo caso. Era perfettamente al corrente che il Tar aveva dato ragione a Bourlot, sapeva del parere contrario dell’avvocato Auciello ma ha agito ugualmente, ha “peccato” di fare di testa sua poiché il 12 giugno ha incaricato un legale esterno per avviare i ricorsi, senza attendere la giunta che si sarebbe tenuta il 25 giugno, fidandosi solo del parere del dirigente Umberto Ferrucci, che di fatto ha portato “sulla cattiva “ strada Rubeis suggerendo di non dare retta all’avvocatura.

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