AG.RF 25.01.2015 (ore 23:49)
(riverflash) – Vittoria annunciata quella di Alexis Tsipras nelle elezioni politiche in Grecia, ma le dimensioni appaiono più abbondanti delle previsioni. Ai greci piace questo radical-borghese che ha compattato le sinistre combattendo l’austerity voluta dall’Unione Europea che ha messo in ginocchio il popolo ellenico. Nelle proiezioni dalle urne c’è il 36,5% dei voti e 150 seggi per Syriza, il partito di Tsipras, mentre Nea Demokratia dell’ex-premier Samaras, si è fermata al 27,7% e 66 seggi. Terzo posto per Alba Dorata, raggruppamento di estrema destra che ha avuto il 6,3% dei voti pur con i suoi leder in galera, accusati dell’omicidio di un rapper ostile alla destra. Fuori dal Parlamento per non aver superato la soglia del 3% Kinima, partito del socialista Papandreu che poteva togliere voti a sinistra.
La scelta di Tsipras è un segnale che la politica voluta per l’Europa da Angela Merkel non funziona per la gente comune e forse funziona per le banche. Il Parlamento greco ha 300 seggi e le proiezioni accordano a Syriza 150 seggi.
Queste le prime parole di Tsipras da vincitore: “Con il voto storico di oggi il popolo greco ha dato un ordine molto chiaro: la Grecia volta pagina, abbandona l’austerità, la catastrofe, lascia la paura dietro di se, lasca 5 anni di sofferenze e chiude circolo vizioso dell’ austerità, annulla l’accordo di austerità con la Troika che è il passato”. Subito dopo Tsipras ha aggiunto: “Non ci sarà rottura con la Troika ma neanche continueremo a farci sottomettere”. Un’alzata di scudi ridimensionata perché la Troika (Bce-Ue-Fmi) ha concesso un prestito di 240 miliardi di euro per salvare la Grecia, prima nel 2010 e poi nel 2012. Il popolo greco ha dimostrato coraggio a uscire dalle solite ricette politiche per alzare la testa e provare soluzioni alternative. In Europa potrebbe scatenare un effetto Domino.
Syriza vuole rinegoziare una parte del debito greco e porre fine alle politiche di austerità imposte dall’Unione europea negli ultimi anni. Queste posizioni preoccupano i mercati e l’Europa, che temono una nuva grave crisi finanziaria nel Paese e il possibile contagio agli altri Paesi perifierici dell’Eurozona, fino a una possibile uscita di Atene dall’euro. Tuttavia il contagio oggi appare più limitato rispetto a due o tre anni fa grazie allo scudo della Bce, che ha appena varato un maxi-piano da mille miliardi di euro e ai fondi anti-crisi messi a punto dalla Ue.
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