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GLOBE THEATRE, OVVERO LA NECESSITÀ DEL TEATRO

SILVANO TOTI GLOBE THEATRE (17)

di Valter Chiappa

(AG.R.F. 02/06/2016)

(riverflash)        Globe Theatre, si ricomincia! La notizia, attesa come le rondini a primavera dallo stuolo di affezionati del teatro di Villa Borghese, è arrivata lunedì mattina, alla presentazione della nuova stagione avvenuta nella Sala della Protomoteca del Campidoglio alla presenza del Direttore Artistico Gigi Proietti, del Commissario Straordinario di Roma Capitale, Francesco Paolo Tronca e di Pierluigi Toti, in rappresentanza della Fondazione Silvano Toti.

Il primo fatto notevole è proprio questo: il luogo dell’evento. Le note difficoltà attraversate dalla gestione, travolta dalla ormai perenne carenza di investimenti sulla cultura, hanno trovato udienza nelle sedi istituzionali. Tronca, nel suo intervento, ha sottolineato l’importanza del ruolo che la cultura deve avere nell’ambito del lungo processo di rinascita della città da lui faticosamente iniziato: essa a Roma deve essere ovunque, in ogni strada, in ogni piazza. Il Prefetto ha anzi lanciato un nuovo slogan: “Cultura Capitale”, auspicando che nel futuro questa nobilissima parola sostituisca definitivamente quella antitetica, lurida, sanguinosa che attualmente, frutto della recente storia giudiziaria, accompagna l’appellativo per eccellenza della Città Eterna. La sentita partecipazione di Tronca, nonostante l’usuale parlare misurato, è giunta agli uditori, lasciando intendere, o comunque sperare, che la voce dell’Arte, quando pulita ed altisonante, possa far breccia nelle rigide maglie della ragion di Stato.

Perché è cosi importante che ci sia una nuova stagione del Globe? Perché questa notizia merita così tanta enfasi? Perché per l’attività teatrale romana e nazionale, che vorrebbe essere indomitamente fervente nonostante le ristrettezze, il Globe Theatre rappresenta un modello di gestione vincente e pressoché unico.

Lo testimoniano i numeri: teatro sempre pieno, stuoli di affezionati, grande presenza di giovani e giovanissimi, spettacoli che vengono replicati per anni con immutato successo. Eppure al Globe si recita Shakespeare, il teatro colto, quello per pochi. L’impresa di Proietti è stata proprio questa: far incontrare livello altissimo della proposta artistica e gusto del pubblico. E se, come l’evento di ieri lascia auspicare, si sapranno coniugare la partecipazione delle istituzioni ed il contributo dei finanziatori, l’anello si richiuderà perfettamente.

Grande merito della gestione di Proietti è stato poi dare spazio e voce agli attori e ai registi di teatro. Sarebbe stato facile cercare i “tutto esaurito” scrivendo nomi altisonanti o addirittura il proprio in cartellone, anche se in questi anni non sono mancate presenze eccellenti: memorabili infatti il Prospero interpretato dal compianto Giorgio Albertazzi e il Falstaff di Ugo Pagliai. Proietti, come ha anche dichiarato in conferenza, non ha voluto personalizzare la sua creatura (anche se quest’anno, come vedremo, farà un’eccezione). Ha messo invece al centro del magico cerchio di legno gli attori, questi sacerdoti devoti costretti da un mondo imbarbarito a coltivare il culto della loro arte negli angusti spazi dei teatrini da 50 posti, donando loro un cielo stellato sopra la testa e un pubblico vasto e plaudente tutt’intorno. Roma ha così potuto scoprire artisti meravigliosi dai nomi non noti se non agli addetti ai lavori, apprezzarne il talento e la tecnica ed entrare nel loro mondo fatto di studio, fatica, passione, dedizione assoluta.

Ed ora il programma, nuovo ed antico. A produzioni che hanno consolidato il marchio “Globe”, si affiancano nuovi spettacoli, nuovi protagonisti, nuovi formati. L’occasione viene anche dalla celebrazione dei 400 anni dalla morte di Shakespeare.

Si inizia alla grande, con un’ospite prestigiosissimo: il grande Mariano Rigillo. L’attore napoletano, alla guida della sua compagnia, presenta ”Lear. La storia”, con la regia di Giuseppe Dipasquale. Rigillo, giganteggiando dall’alto di 60 anni di straordinaria carriera, è voce più che autorevole per introdurre e guidare il pubblico nell’oscuro universo della follia di uno dei più titanici personaggi di Shakespeare.

A seguire, rullo di tamburi, l’evento eccezionale: per la prima volta al Globe il Maestro sale sul palco! In “Omaggio a Shakespeare” Gigi Proietti si calerà nei panni di Edmund Kean, il grande attore inglese di inizio Ottocento. Il testo di Raymund FitzSimons, già portato in scena a Taormina 27 anni, racconta le riflessioni più intime dell’attore, quelle che si svolgono nel chiuso del camerino, dove l’interpretazione ha la sua genesi, quando la maschera è ancora davanti allo specchio, pronta per essere indossata. Nell’adattamento per il Globe verranno proposti stralci dell’opera, come occasione per una analisi dall’interno dei testi shakesperiani. Un avviso per i fan: non si riderà, come ha sottolineato Proietti con il suo tipico sorriso sardonico.

Andrà poi in scena una nuova edizione di ”Il Mercante di Venezia”, per la regia di Loredana Scaramella, la quale, continuando a privilegiare il tono della commedia, sposta la vicenda fra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento. Come la regista ha spiegato durante la conferenza, l’epoca del trionfo degli scambi commerciali ben si presta a collocare una vicenda dove la mercificazione di ogni cosa, a partire dalla famosa, metaforica libbra di carne di Antonio, è il tema portante.

Nel periodo ferragostano torna per il decimo anno uno degli spettacoli che ha creato il mito del Globe, il “Sogno di una notte di mezza estate”, per la regia del compianto Riccardo Cavallo. Perfetta sintesi fra favola e commedia romantica, atmosfere oniriche e comicità sfrenata, verso aulico e linguaggio popolare, questo spettacolo, che punta all’obiettivo dei 100.000 spettatori è il miglior esempio della ricetta che ha decretato il successo del Teatro di Villa Borghese, capace di unire la somma poesia al più puro divertimento.

Quindi un nuovo allestimento, “Il racconto d’inverno”, con la regia di Elena Sbardella, una delle ultime opere scritte da Shakespeare, complessa nei contenuti ed innovativa nella struttura che unisce tragedia e lieto fine.

Verrà poi riproposto, dopo il successo della scorso anno “I sonetti d’amore”, esperimento ideato da Melania Giglio, protagonista di molte stagioni e spettacoli del Globe. L’analisi del sentimento amoroso nelle sue molteplici espressioni, rappresentato dalle antitetiche passioni per il Conte di Southampton, il Fair Youth, e la Dark Lady, viene affiancata da un contributo musicale di brani moderni (da Marvin Gaye a Amy Winehouse, da Leonard Cohen ad Alanis Morissette), interpretati dalla stessa Giglio.

Conclusione con il testo shakespeariano per eccellenza “Romeo e Giulietta”, che vede Gigi Proietti questa volta alla regia. Attori giovani, ambientazioni attuali per una rivisitazione che coniuga passato e presente, tradizione ed esperimento.

Un’appendice, frutto della fortunata esperienza della scorsa stagione, è il ritorno della Bedouin Shakespeare Company, che proporrà in lingua originale “The tempest” con la regia di Chris Pickles. La collaborazione con la giovane compagnia testimonia la volontà lungimirante di aprire nuovi orizzonti, anche al di là dei confini nazionali.

Completa il programma “Macbeth. I  contagiati dalla morte”, laboratorio per attori curato da Daniele Salvo, che si propone la ricerca all’interno del proprio animo l’essenza stessa del male, partendo dalla tragedia in cui ambizione e potere divorano ogni cosa.

Tre mesi, tanto dura l’effimera vita del Globe Theatre. Prendete a pretesto una passeggiata e la ricerca del fresco riparo degli alberi per entrare nella casa romana di William Shakespeare. Il magico cerchio vi abbraccerà, personaggi fantastici vi correranno incontro con i loro racconti d’amore o di morte. Gli attori sono lì, per voi, e vi venderanno l’anima: la voce vi vibrerà dentro senza filtri, con dita invisibili vi toccheranno le corde del cuore. Usciti non potrete dimenticarlo e li andrete a cercare ancora, quando il freddo e l’ignoranza li avranno sospinti nuovamente nelle cantine, sottraendogli il cielo. Saprete di trovarli, come dei vecchi amici fedeli. E avrete capito di amare il Teatro. Sì, forse è questa la vera funzione del Globe Theatre, questa la sua magia, per questo è così importante che il Globe Theatre apra ancora: ricordare a chi lo ha dimenticato, insegnare a chi non lo sa, confermarlo a chi già lo crede che si può spegnere la televisione, si può rinunciare a strisciare nella mediocrità, si può uscire e volare: perché là fuori da qualche parte, reietto, bistrattato, emarginato ma puro, incrollabile, immortale c’è il Teatro, signori, il Teatro!

LA STAGIONE 2016 DEL SILVANO TOTI GLOBE THEATRE

23 giugno – 3 luglio
ore 21.15
Mariano Rigillo in
LEAR. LA STORIA
Adattamento e regia di Giuseppe Dipasquale

8-17 luglio
ore 21.15
Gigi Proietti in
OMAGGIO A SHAKESPEARE
brani da EDMUND KEAN di Raymund FitzSimons
Adattamento e regia Gigi Proietti

22 luglio – 7 agosto
ore 21.15
IL MERCANTE DI VENEZIA
Regia di Loredana Scaramella

10 – 21 agosto ore 21.15
SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE

regia di Riccardo Cavallo

26 agosto – 11 settembre
ore 21.00
IL RACCONTO D’INVERNO
Regia e adattamento di Elena Sbardella

Lunedì 29 agosto, 5-19-26 settembre
ore 21.00
SONETTI D’AMORE
Ideazione e Regia Melania Giglio

16 settembre – 2 ottobre
ore 20.45 (domenica ore 18.00)
ROMEO E GIULIETTA
Regia di Gigi Proietti

5-9 ottobre
ore 20.45 (domenica ore 18.00)
THE TEMPEST
Testo in lingua originale
Regia di Chris Pickles
In coproduzione con Bedouin Shakespeare Company

 

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