26 Ago 2013
GLI SCAVI SETTECENTESCHI A ROMA >>
di Lauretta Franchini (AG.RF.26.08.2013)
(riverflash) – A partire dal 1770, tutto il territorio della cosiddetta “Città Eterna” e dintorni fu interessato da importanti scavi archeologici: dal Laterano, alla Villa dei Quintilii nella Via Appia (scoperta tra il 1783 ed il 1785).
Da ogni sito affiorarono opere d’arte uniche ed originali ma, non mancarono neppure le contraffazioni, o i prodotti reputati a torto originali e non copie antiche.
L’Italia divenne una meta sempre più importante nel famoso “grand tour”: viaggiatori tedeschi, inglesi e francesi si aggiunsero così alle già fiorenti comunità straniere presenti in Italia ed operanti a Roma, per ammirare tra i vari capolavori esistenti, “l’Apollo ed il Torso del Belvedere” ed il “Laocoonte” , che suscitò nello studioso Winckelmann l’idea di “una calma grandezza”. Opere da tempo note venivano così riscoperte e rivalutate dai critici. Fra il 1797 ed il 1801 il Antonio Canova scolpì infatti un “Perseo”, ora nei Musei Vaticani, per il quale prese ispirazione dal Torso del Belvedere.