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“FULL COLOR” LA FOTOGRAFIA DI FRANCO FONTANA A PALAZZO INCONTRO

image003di Maria Michela D’Alessandro (AG.RF. 25.10.2014) (river flash) – Nel cuore di Roma, in via dei Prefetti 22, sorge un luogo estraneo ai ritmi frenetici della capitale e diverso dagli altri musei che la popolano: dopo anni di abbandono e incuria, dal 2006 il Palazzo Incontro è stato restituito ai romani e da quattro anni si è trasformato in Fandango Incontro, un caffè letterario con annessa libreria, un luogo dove esporre, visitare, guardare, leggere, ascoltare, ma soprattutto un polo museale per incontrarsi, da soli o con la cultura. Nello spazio espositivo la prima grande retrospettiva a Roma di Franco Fontana, “Full Color”. Il fotografo modenese conosciuto in tutto il mondo porta con sé 130 fotografie che raccontano la sua lunghissima carriera.

Organizzata con grande successo a Venezia dalla Casa dei Tre Oci, la mostra, curata da Denis Curti, promossa dalla Regione Lazio nell’ambito del progetto ABC (Arte Bellezza Cultura) e organizzata da Civita, sarà al Palazzo Incontro fino all’11 gennaio 2015.

La retrospettiva è suddivisa in diverse sezioni tematiche e si focalizza sui paesaggi, da quelli degli esordi, catturati negli anni ’60, agli scatti urbani, a volte sperimentati, a volte cercati, fino al mare e alle piscine. È difficile collocare la fotografia di Fontana in una corrente o in un periodo, sono i colori, le geometrie, le proporzioni, la natura che si mischia con lo spazio, che fanno da padroni.

Ombre catturate sulla strada quasi come se non appartenessero ad esseri viventi e paesaggi che svelano qualcosa da immaginare. A volte non c’è spazio per corpi solidi, altre è la carne, nuda, che rapisce l’occhio. Un occhio, diverso da quello della fotocamera, che cerca di catturare solo la parte migliore di ciò che sta guardando. Ed è forse questo ciò che lo ha reso famoso in tutto il mondo, con più di quaranta libri a lui dedicati, pubblicati da editori italiani, francesi, tedeschi, svizzeri, spagnoli, americani e giapponesi; le sue fotografie sono state esposte in tutto l’emisfero. La ricerca della perfezione geometrica che si fonde con la creatività crea opere da guardare, interpretare, con cui scovarci dentro per scoprire, attraverso quei colori che travolgono l’immagine, cosa c’è al di là.

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