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FRANCO CALIFANO CI HA LASCIATO, DOPO UNA VITA MOVIMENTATA A COMBATTERE LA NOIA

(riverflash) – “Finisce il tempo di un’età” cantava Franco Califano, scomparso a 74 anni il pomeriggio della vigilia di Pasqua, un giorno dopo la morte a Milano di Enzo Jannacci. Vite diverse e diverso modo di fare musica. Califano, detto “Er Califfo”, era playboy che frequentava i locali notturni come il «Number One» alle spalle di via Veneto. Donne bellissime erano disposte a chiudere la serata con lui nella casa che abitava sulla collina Fleming. L’immaginario popolare lo ha visto come il prototipo del borgataro romano, bello e dannato. In effetti non era romano, ma italiano di Tripoli, in Libia, da famiglia di origini campane, e non era cresciuto in borgata. Bello e dannato, invece, lo era davvero. Oltre alle donne la passione proibita per lui era la cocaina, che lo ha portato in carcere e a frequentare la struttura di recupero di don Mario Picchi. In tribunale venne sempre assolto perché Er Califfo era solo un consumatore di droga, non la spacciava. Appassionato di calcio non tifava Roma o Lazio, ma Inter perché in effetti lui non era romano e ha vissuto per 8 anni a Milano.

Da tempo ammalato lottava per continuare a vivere, lo scorso 18 marzo si era esibito al Sistina e programmava altre esibizioni prima che la morte mettesse la parola stop nella casa di Acilia, quartiere periferico che galleggia tra Roma e il mare. Il suo più grande nemico era la noia come ha cantato in “Tutto il resto è noia”. Autore di testi per canzoni indimenticate, Franco Califano scrisse per Mia Martini “Minuetto”, per Ornella Vanoni “La musica è finita” e “Una ragione di più”, per i Vianella “Semo gente di borgata”. A Peppino Di Capri consegnò “Un grande amore e niente più” con cui vinse il Festival di Sanremo.

Aveva iniziato come cantante melodico, ma in una serata estiva degli anni ’60, esibendosi alle Piscine del Foro Italico perse la voce da cantante classico e trovò il timbro rauco-rasposo che lo ha caratterizzato. Scrisse e interpretò “Fijo Mio”, “La mia libertà”, “Piercarlino” e “Io nun piango”. Naturalmente citiamo solo alcune delle canzoni di una grande produzione. Oltre che cantante fu anche attore con qualche parte al cinema in “Sciarada alla francese” (1963) e “Viola bacia tutti” (1998. In televisione ha partecipato al talk show “Music Farm” (2006) condotto da Simona Ventura. Storico il suo incontro con Fiorello in “Stasera pago io” su Rai Uno (vedi il video) che portò bene a entrambi, in cerca di un rilancio.

Politicamente era un uomo di destra, amico di Renata Polverini e di Gianni Alemanno che gli permise di festeggiare i 70 anni con un concerto in Piazza Navona.

 

di Stefano Celestri  (AG.RF  31.03.2013)

 

http://www.youtube.com/watch?v=6G7mk9njD8I

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