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FRANCESCHINI, FIGURACCIA MONDIALE: IL TAR DEL LAZIO BOCCIA LE NOMINE PER I MUSEI: “NON POTEVANO PARTECIPARE STRANIERI”

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AG.RF.(redazione).26.05.2017

“riverflash” – Il ministro Dario Franceschini è furioso per la bocciatura delle nomine per i musei, da parte del Tar del Lazio: 5 nominativi, sono stati bocciati e il motivo è che al bando non potevano partecipare cittadini stranieri: “nessuna norma derogatoria consentiva di reclutare dirigenti pubblici fuori dalle indicazioni tassative espresse dall’articolo 38”.  Nel testo, firmato dal presidente Leonardo Pasanisi e dal consigliere Francesco Arzillo, si parla della illegittimità delle modalità di svolgimento del concorso: “A rafforzare la sostenuta illegittimità della prova orale, la circostanza che questa ultima si sia svolta a porte chiuse” mentre in altri punti si parla di criteri magmatici nella valutazione dei candidati. Il Tar del Lazio dunque, non ha fatto altro che accogliere il ricorso di due candidati alle posizioni di direzione di musei di Mantova, Modena, Taranto, Napoli e Reggio Calabria, dopo aver constatato che le procedure di selezione erano viziate in più punti. La riforma dei musei voluta dal ministro dei Beni culturali Dario Franceschini rischia così di tornare al punto di partenza e cinque musei, del calibro di Palazzo Ducale o del Museo Archeologico di Napoli, sono da ora senza direttori, che verranno sostituiti ad interim. Una figuraccia mondiale dunque, quella di Franceschini, che ha provocato anche l’immediata reazione del M5s e della Lega, che si sono scagliati contro Renzi, parlando di “ennesima riforma sbagliata”. Il ministro dal canto suo, ha annunciato ricorso al Consiglio di Stato contro un verdetto per il quale ha parole durissime: “Mi lascia stupefatto che la sentenza del tar parli di procedura ‘poco chiara’. La selezione internazionale dei direttori è stata fatta da una commissione assolutamente imparziale composta dal direttore della National gallery di Londra, che è un inglese, dal direttore della più importante istituzione culturale di Berlino, che è un archeologo tedesco, dal presidente della biennale di Venezia, e da una persona che è stata appena nominata consigliere dal presidente Macron. Mi pare che più garanzia di neutralità e trasparenza non ci potesse essere”. Anche il ministro della giustizia Andrea Orlando, ha voluto dire la sua in merito alla vicenda, spiegando che “I Tar vanno cambiati senza demonizzarli, precisando meglio qual è l’ambito di competenza della politica e quello del tribunale amministrativo che spesso entra nel merito di scelte che dovrebbero essere della politica”. Anche Renzi ha commentato, sulla stessa linea di Orlando, con un post su facebook: “Non abbiamo sbagliato perché abbiamo provato a cambiare i musei: abbiamo sbagliato perché non abbiamo provato a cambiare i Tar. Il fatto che il Tar del Lazio annulli la nostra decisione, merita il rispetto istituzionale che si deve alla giustizia amministrativa ma conferma, una volta di più, che non possiamo più essere una repubblica fondata sul cavillo e sul ricorso”.

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